Napoli, l’editoriale di StabiAmore post gara


Napoli, l’editoriale di StabiAmore post gara

Napoli vs Bologna 1-2, il Presidente dell’Associazione StabiAmore, Gianfranco Piccirillo, esprime il suo pensiero sulla clamorosa sconfitta del San Paolo:

Napoli Bologna Prima di parlare della penosa prestazione del Napoli, voglio fare i complimenti all’allenatore del Bologna, che è riuscito a forgiare una buona squadra, nonostante i suoi gravosi problemi di salute e nello stesso tempo auguro a Mihajlović una rapida e completa guarigione che gli permetta di stare in panchina anche nelle trasferte più lontane come era oggi per lui quella del San Paolo. È chiaro che il momento di grande difficoltà di salute che sto attraversando mi porta in queste ore ad immedesimarmi più in Mihajlović che in altri protagonisti, ma i meriti del guerriero serbo non fanno passare in secondo piano ai miei occhi gli orrori di società, tecnico e calciatori del Napoli.

È chiaro che su questa brutta prestazione con sconfitta della squadra di Ancelotti ha pesato la questione delle multe che il pari di Liverpool evidentemente non è bastato a lenire. Ancelotti, pur di difendere la sua posizione, preferisce mettere Mertens e Callejon in panchina, nonostante la grave assenza di Allan e spostare di ruolo calciatori importanti come Di Lorenzo. Non può bastare un discreto Llorente, autore del primo e ultimo gol della gara, poi annullato dal var, a salvare il Napoli dal naufragio di un’altra sconfitta che più dei pareggi precedenti consacra una crisi gravissima in campionato di risultati, ma anche di gioco. Infatti non si può recriminare più di tanto sul risultato perché il Bologna con i gol di Olsen e Sansone ha rimontato con merito, approfittando dei clamorosi errori in difesa e in attacco del Napoli, che neanche con la presenza del folletto belga nella ripresa è riuscito a dimostrare quello che è nelle corde dei calciatori partenopei.

Evidentemente Mertens, ma anche Insigne, Zielinski, Ruiz e qualche altro non solo giocano male perché messi in campo non nel loro ruolo più congeniale, ma anche perché non sono soddisfatti del comportamento del datore di lavoro e quindi più o meno inconsciamente giocano molto al di sotto del loro valore e delle loro considerevoli potenzialità. Ognuno dovrebbe fare la sua parte, ma in questo momento nel Napoli si salvano solo i calciatori infortunati e i fantasmi dei dirigenti che dovrebbero esserci e invece non ci sono.

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