Napoli sconfitta che fa male, il giorno dopo


Napoli – Fiorentina 1-3, la viola sorride al Maradona. Il punto post gara di Gianfranco Piccirillo:

L’ultima partita prima della nuova sosta per le nazionali è molto difficile per entrambe le squadre, reduci dagli impegni settimanali europei. Soffre decisamente di più la squadra di Garcia, che conferma la stessa formazione sconfitta sfortunatamente dal Real Madrid, perché la Fiorentina di Italiano gioca meglio, forse perché si esprime con tanti calciatori, che non hanno giocato giovedì contro il Ferencvaros a cominciare dall’autore del gol iniziale. Ma già prima della marcatura di Brekalo va evidenziata la persistente luna storta di Di Lorenzo e Meret, che subisce questa volta un tiro in mezzo alle gambe, dopo che il palo l’aveva graziato, mentre il capitano del Napoli ha sparato alle stelle una favorevole occasione in piena area.

La Fiorentina gioca con determinazione in fase difensiva e in chiave offensiva Artur e Bonaventura determinano con bravura i tempi di gioco, mettendo in chiara difficoltà il Napoli, che ha concesso tanto agli avversari. Nonostante la bravura della Fiorentina e gli errori dei calciatori del Napoli c’è da segnalare una parata importante di Terraciano su Lobotka e il gol annullato ad Osimhen per fuorigioco, ma il rendimento di parecchi dei calciatori dei partenopei è troppo al di sotto delle aspettative. Nella squadra di Italiano Parisi gioca bene e neutralizza Politano, ma alla fine commette l’ingenuità del retropassaggio al portiere sul quale Osimhen è bravo a conquistare e a realizzare il rigore dopo un suo primo tempo comunque poco brillante. L’infortunio di Anguissa induce Garcia a fare entrare Raspadori con compiti però anche difensivi, per cercare di annullare la sapiente regia dell’ex centrocampista di Juventus e Barcellona, Artur.

Nella ripresa non cambia la musica perché la Fiorentina non cala il ritmo e neppure la determinazione nel gioco, colpendo subito un altro palo con Ikone’, mentre Osimhen non riesce a sfruttare un altro errore difensivo degli avversari, facendosi chiudere lo specchio della porta da un bravo Terraciano. Garcia prova a inserire Cajuste al posto di un deludente Politano, per ristabilire un centrocampo più equilibrato e riportare Raspadori pienamente in fase offensiva, ma è la Fiorentina ad approfittare della nuova situazione tattica, giungendo con merito al nuovo vantaggio con Bonaventura, perché un altro errore difensivo è solo un dettaglio nella bella azione corale condotta dalla sapiente regia di Artur. Italiano fa entrare solo nell’ultimo quarto di gara Nico Gonzalez al posto di Brekalo, mentre Garcia fa entrare contemporaneamente Simeone, Lindstrom e Gaetano al posto di Osimhen, Zielinski e Lobotka, adottando un modulo ancora più offensivo. La gara però non cambia e la Fiorentina rimane pericolosa e non dilaga nelle ripartenze solo per la marcatura efficace su Nzola del brasiliano Natan, che riesce sempre a neutralizzare i tentativi dell’ex attaccante dello Spezia. Solo nel finale Italiano interviene con gli inserimenti di Mandragora, Ranieri e poi Comuzzo a cambiare alcuni calciatori che ha scelto per fermare i campioni d’Italia, ma Terraciano riesce a parare anche il colpo di testa dell’ex viola Cholito e Gaetano non riesce a ripetere le imprese realizzate a Lecce e la scorsa stagione con l’Inter, calciando fuori la palla del possibile pareggio.

La vittoria della Fiorentina, a prescindere dalla furbata di Nico Gonzalez, che prima simula un infortunio e poi sigla il terzo gol in contropiede, è piena e cristallina, perché la squadra di Italiano ha interpretato la partita con lo spirito giusto e l’atteggiamento tattico utile a battere il Napoli, nonostante le fatiche del giovedì europeo. La squadra di Garcia invece ritorna a fare vedere le ombre, che sembravano diradate in campionato dalle goleade con Udinese e Lecce e che riguardano essenzialmente la difesa non più granitica, il centrocampo non più equilibrato e il reparto offensivo che sembra solo la pallida copia di quello visto la scorsa stagione. Questa volta la sosta deve servire a fare ritrovare Rrahmani in difesa e pure una strategia diversa in fase di costruzione di gioco e in questo caso anche il contributo di Mario Rui non può essere disperso, perché il Napoli non può essere travolto dagli avversari, come è emerso in larghi tratti di tutte e tre le partite perse con Lazio, Real Madrid e Fiorentina, subendo addirittura otto reti.

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