Napoli sconfitta contro l’Inter al Maradona, il giorno dopo


Napoli vs Inter il giorno dopo nel racconto post gara di Gianfranco Piccirillo

Mazzarri preferisce Ostigard a Jesus, spostando Natan sulla corsia sinistra in una difesa, che però è ormai solo lontanissima parente di quella che ha vinto lo scorso campionato, e sceglie Elmas e non Raspadori per sostituire Zelinski, provando Osimhen dal primo minuto. Anche Inzaghi ha problemi con i difensori infortunati e aumentano quando De Vrij è costretto ad uscire a beneficio di Carlos Augusto, ma la squadra nerazzurra si esprime bene in fase offensiva nella seconda metà del primo tempo. Nella prima parte si esprime discretamente il Napoli, che impegna due volte il forte portiere svizzero Sommer, abile a respingere le conclusioni del nazionale macedone e poi Politano con un gran tiro dalla distanza colpisce pure la traversa. Ma pian piano esce fuori l’Inter che prima di trovare il jolly Calhanoglu, impegna severamente Meret con Lautaro Martinez, che come Osimhen si sacrifica molto anche in fase difensiva. Mazzarri ha chiesto ad Osimhen di fare il Cavani del suo terzo corso al Napoli, ma il nigeriano stasera è bravo più come difensore aggiunto, che come centravanti, mentre Inzaghi ha dato sicuramente un’impronta più definita alla sua squadra, che si vede benissimo nel secondo gol di Barella nella ripresa più ancora che nella comunque splendida conclusione del nazionale turco Calhanoglu dalla distanza.

Tra i due gol ad inizio ripresa va segnalata un’altra bella parata di Sommer su Kvaratskheila, che comunque è stato ben neutralizzato da un allenatore giovane, versatile e vincente, che certamente non si è lasciato colpire dal Napoli, sia prima che dopo l’ingresso di Raspadori al posto di Politano. Infatti l’Inter ad un certo punto avrebbe potuto dilagare, ma fortunatamente Lautaro e Barella mancano il terzo gol e il Napoli evita di subire una pesante goleada, ma non certamente la figuraccia, non riuscendo più a rientrare in partita. Prima di chiedere l’esonero di un tecnico palesemente incapace di allenare una squadra di alto livello, come il Napoli attuale seppure indebolito in difesa dalla cessione di Kim Minjae e dagli infortuni di Rui e Olivera, aspettiamo gli impegni dell’Immacolata con la Juventus e l’ultima gara del girone di Champions, ma sembra chiaro che in mancanza di risultati positivi sarà inevitabile un nuovo cambio sulla panchina della squadra campione d’Italia, sempre più mortificata dalle scelte incomprensibili di un presidente messo in stato d’accusa anche dal consiglio comunale di Napoli. La decisione di inserire Zielinski e Lindstrom contemporaneamente al posto di Lobotka e Elmas sembra più quella della disperazione, che quella di una razionale esigenza di sistemare il modulo tattico, per cercare di rientrare in partita. In ogni caso negli ultimi minuti il Napoli non riesce proprio a rendersi pericoloso nonostante gli attacchi insistenti ma confusi e un paio di mischie sui calci d’angolo.

Invece ad Inzaghi basta fare entrare il bistrattato Cuadrado, per creare ulteriori spazi offensivi nelle ripartenze e così il gol di Thuram appare il naturale epilogo di una superiorità a tratti imbarazzante. Questa debacle di Mazzarri capace di subire sette gol in due partite è attenuata solo dalla presenza regalata a Zerbin nel recupero, ma il contentino per il calciatore italiano non regala al Napoli neppure il gol della bandiera, perché Raspadori e Lindstrom non riescono a segnare contro una difesa peraltro pure pesantemente rimaneggiata, come quella dell’Inter attuale. Insomma il Napoli sta sprofondando, ma prima di poter cercare nuovi rimedi al mercato di gennaio e con nuove soluzioni di guida tecnica tocca aspettare i prossimi impegni a cominciare da quello di Torino contro la Juventus, nel quale solo una reazione d’orgoglio potrebbe salvare il Napoli e Mazzarri dalla terza debacle consecutiva.

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