Barcellona-Napoli, il giorno dopo la sfida del Camp Nou, la squadra di Spalletti sorride in Catalogna
Barcellona-Napoli, pareggio azzurro
Nella gara d’andata dei playoff di Europa League al Nou Camp di Barcellona, finalmente in una bella cornice di pubblico, la squadra di Spalletti ha fatto meglio di quella di Gattuso, che però giocava gli ottavi di Champions League. Se il Napoli è un pochino migliorato dopo due stagioni, il Barcellona è in declino dopo la cessione di Messi e l’uscita dalla Champions e dalla Coppa di Spagna, ma con l’arrivo di Xavi in panchina ha ritrovato l’impronta del suo tradizionale gioco, fatto di possesso palla e pericolose giocate offensive. Nel primo tempo ha giocato meglio il Napoli, che subisce solo un paio di iniziative di Pedri e Aubameyang, risolte dalla difesa e dal portiere di coppa Meret e riesce a ripartire pericolosamente, grazie alla buona prova del ritrovato duo di centrocampo Ruiz e Anguissa, che gioca anche per l’infortunio di Lobotka, il cui valore si era apprezzato in campionato.Nel più classico dei contropiedi dopo una grande occasione sprecata dai catalani, il Napoli trova il vantaggio grazie ad una bellissima azione offensiva di Elmas, che si libera mirabilmente e offre la palla a Zielinski, che prima trova la mano del portiere tedesco Ter Steven e poi sulla respinta, scarica in rete con grande determinazione.
Nella gara, che può essere definita il derby europeo di Maradona, la squadra partenopea si lascia preferire a quella blaugrana, ma la musica cambia nella ripresa perché cala la pressione del Napoli sui portatori di palla e il Barcellona riesce ad essere più pungente sugli esterni, dove Spalletti opportunamente aveva schierato anche Jesus, oltre l’inossidabile Di Lorenzo. In ogni caso per fare gol la squadra di casa deve aspettare l’intervento del var, che chiama l’arbitro rumeno a rivedere un tocco di mano di Jesus, che però era davvero a pochissima distanza dal suo avversario. A parte questo rigore generoso, il Barcellona non crea molti pericoli a Meret, che raccoglie la palla dietro alle sue spalle solo sul tiro dal dischetto del neo acquisto Ferrari Torres, pagato oltre cinquanta milioni di euro, nonostante la crisi economica della società catalana. Spalletti toglie dal campo un Insigne piuttosto opaco per inserire Ounas e successivamente anche Zielinski ed Osimhen per Demme e il folletto belga, mentre nel finale si affida pure agli esterni Rui e Malcuit, per Anguissa e Elmas. Il punto debole di un allenatore come Spalletti si conferma essere quello delle sostituzioni, acuito dalla novità dell’aumento a cinque, che non è stato apprezzato da un tecnico, che è stato fermo due anni dopo l’esperienza con l’Inter.
E così come con l’Inter anche contro il Barcellona, la squadra finisce male una partita giocata bene nel primo tempo, subendo l’atteggiamento offensivo dell’ avversario, che più del Napoli, ha cercato di vincere la partita. Va però detto che, anche in superiorità numerica, nel recupero per l’infortunio alla testa di Ruiz, il Barcellona non riesce mai a rendersi veramente pericoloso, mentre nell’unica azione orchestrata in fase offensiva dal Napoli, Ounas e Mertens avrebbero potuto cogliere il premio della storica vittoria, se il folletto belga fosse stato più incisivo nella conclusione verso il portiere tedesco, che ha bloccato la palla. Insomma tra due pareggi consecutivi con lo stesso risultato, il bicchiere questa volta è mezzo pieno perché, anche se con le nuove regole il gol del Napoli in trasferta non vale doppio, la squadra potrà avvalersi dall’aiuto del pubblico per i 90 minuti del ritorno e nei possibili, anzi probabili, tempi supplementari. La speranza però è che Spalletti sappia gestire meglio i cambi nello stadio intitolato ora a Maradona, mantenendo libero l’ultimo slot, se dovesse ripetersi un episodio come quello capitato a Fabian Ruiz, che può essere considerato il migliore, assieme ai difensori, di questa gara sempre affascinante del Nou Camp di Barcellona, ma molto di più stasera, con diverse migliaia di tifosi del Napoli presenti come le decine di quelli catalani, tutti assieme, anche negli stessi settori, in una magnifica serata di sport, almeno da questo punto di vista.