Lazio – Napoli finisce con un pareggio che non scalda i cuori. Sicuramente hanno pesato le tante assenze sia per Sarri che per Mazzarri ma alla fine è nata una gara dove sono state poche le occasioni degne di nota.
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La definizione di calcio medievale per il Napoli di Mazzarri, coniata dall’allenatore Campilongo, mi sembra indovinata soprattutto per inquadrare il primo tempo di una partita, nella quale il Napoli non ha mai tirato in porta. La Lazio come l’Inter nella finale di Supercoppa conclude soprattutto con il danese Isaksen, ma non inquadra mai lo specchio, per cui entrambi i portieri Provedel e Gollini sarebbero potuti stare pure da un altra parte, magari al bar a fare due chiacchiere e prendere un caffè, non se ne sarebbe accorto nessuno. Mazzarri insiste con il suo modulo preferito, rispolverando però il partente Ostigard tra i tre centrali della difesa, per riproporre Di Lorenzo esterno sulla destra, nel tentativo di fare qualche contropiede in più a sostegno di Raspadori, lasciato dolcissimamente, per i laziali, solo con l’improbabile sostegno di Politano e Zielinski, mentre a guardia della porta come se non bastassero i tre centrali e Rui, poco più avanti ci sono Lobotka e l’altro reperto d’antiquariato Demme, da anni sul punto di lasciare il Napoli, ma chiamato di tanto in tanto a mostrare la sua professionalità.
A scuotere il pubblico dell’Olimpico, dimezzato come le squadre dalla squalifica di due settori, un paio di episodi di rilievo tecnico, come il gol in semi rovesciata, annullato all’argentino Taty Castellanos all’inizio della ripresa, ma oltre alle numerose assenze del Napoli non bisogna tralasciare il fatto che pure la squadra di Sarri è costretta a fare a meno dei nazionali Zaccagni e Immobile. Insomma è stata una gara bruttissima, giocata soprattutto tra gli attaccanti da buona parte delle riserve delle due squadre, ancora in attesa di poter verificare i nuovi acquisti, che pure sono arrivati sulla sponda partenopea, ma che Mazzarri tiene in panchina. Il tecnico del Napoli è convinto che Demme abbia un’autonomia limitata e così come in coppa Italia colpevolmente lo sostituisce con Gaetano, un calciatore dalle caratteristiche completamente diverse, che nel provare a spostare il baricentro della squadra, scompensa gli equilibri difensivi del centrocampo, che pur non costruendo nulla, almeno subiva pochissimo il gioco avversario.
E così Cataldi, che già aveva provato nel primo tempo, nella ripresa migliora la mira, avvicinandosi sensibilmente alla porta di Gollini, che assieme a Provedel sarebbe potuto stare al bar anche nel secondo tempo se non in un’unica occasione. Gaetano ha l’unico merito di riuscire a tirare in porta, seppure con una conclusione profondamente sbagliata, che comunque non inquadra neppure lontanamente la porta dell’ex pipelet goleador dello Stabia. Sarri come Mazzarri ama poco i cambi e inserisce solamente Pellegrini al posto di Lazzari e poi Vecino per Guendouzi, ma la gara non cambia registro, mortificando il passato delle sfide tra Lazio e Napoli, che fino a stasera avevano regalato sempre gol ed emozioni. L’unico a provare a fare gol è sempre Taty, ma un suo colpo di tacco è fermato da Ostigard, che comunque ha mostrato di essere un buon difensore, inducendo a molte riflessioni sull’utilita’ dell’arrivo di Perez dall’Udinese. Mazzarri nei minuti finali si decide a provare Ngonge per Raspadori e Mazzocchi al posto di Mario Rui, nel tentativo di fare finalmente una ripartenza non efficace, ma direi piuttosto proprio un’azione d’attacco, che per i tifosi del Napoli in questa gara è sembrata più un miraggio che un desiderio. Dopo una punizione di Zielinski anche questa tirata malissimo, si scatenano gli ultimi cambi con Rovella e Pedro in campo sulla sponda laziale e per il Napoli Lindstrom e addirittura Dendoncker, arrivato l’altro ieri dalla panchina della premier league, al posto proprio del polacco promessosi all’Inter e Politano.
Finalmente Gollini si sporca i guanti per evitare l’autogol di Jesus su un colpo di testa avversario in area e neanche nei minuti di recupero Provedel invece può compiere un intervento, che giustifichi la sua presenza in campo e così uno 0-0 che definire poco nobile è il minimo, si materializza inevitabilmente.Al momento la media punti è questa, con la zona Champions League sempre più lontana.