Napoli ennesima delusione, azzurri ripresi ancora


Napoli ad Udine è ancora pareggio come un anno fa quando la matematica regalò lo scudetto. A distanza di 365 giorni il boccone è amaro con uno scenario diverso. Di Gianfranco Piccirillo

L’unica cosa meritevole di essere citata nel primo tempo è il gesto simbolico per commemorare il tragico evento del terremoto del Friuli, avvenuto il 6 maggio 1976. Al quindicesimo minuto ci sono stati infatti tanti applausi e molta commozione e si sono alzati in piedi tutti gli spettatori dell’impianto del Friuli, detto anche Bluenergy Stadium, a partire dal presidente Pozzo e anche Calzona ha applaudito convinto dalla panchina così come Cannavaro, alle sue prime partite alla guida dell’Udinese dopo aver sperato di allenare la squadra della sua città e con loro tutti i giocatori in campo. Per il resto bisogna aspettare la ripresa per vedere qualche azione importante da parte del Napoli, perché nel primo tempo solo l’Udinese ha tirato una volta in porta, mentre la squadra partenopea si limitava ad un possesso palla sterile ed edulcorato. Le assenze di Kvaratskheila e Raspadori oltre a quella ornai datata di Zielinski non bastano a giustificare l’incapacità di creare azioni offensive in una squadra che se non altro finalmente può vedere Lindstrom titolare a fianco di Osimhen e Politano, mentre a centrocampo gioca ancora Cajuste e in difesa Ostigard e Olivera al posto di Jesus e Mario Rui. Il calciatore danese, che il Napoli è obbligato a riscattare ad una cifra peraltro piuttosto consistente dall’Eintracht Francoforte non entusiasma, mentre si esalta Politano dall’altra fascia, nell’occasione che mette nelle condizioni Osimhen di segnare il gol del vantaggio splendidamente di testa e il nigeriano avrebbe potuto ottenere pure il raddoppio, se non fosse stato fermato successivamente una volta dal var e un’altra dal portiere Okoye.

Il Napoli domina il gioco, e costruisce finalmente qualche occasione, mentre l’Udinese del campione del mondo e pallone d’oro Fabio Cannavaro, mostra tutti i limiti di una stagione fallimentare, che si sta avviando verso una clamorosa retrocessione, fatto inusuale per la società della famiglia Pozzo. Solo una volta Meret deve impegnarsi a salvare la sua porta, mentre i cambi non portano nulla di significativo al Napoli, se non il suggello alla mediocrità degli acquisti estivi Cajuste e Lindstrom, sostituiti da Traore’ e Ngonge e la scarsa incisività di Simeone, che però ha sempre pochissimi minuti da Calzona per dimostrare il suo valore. Eppure nella mediocrità di questa gara, Cannavaro riesce a ottenere un punticino di speranza con l’inserimento di Isaac Success, che dopo essere stato l’unico ad impegnare il friulano Meret, riesce pure a realizzare il pareggio all’inizio del recupero in mischia con un pizzico di fortuna. Insomma un pareggio che serve pochissimo ad entrambe le squadre, ma che se non altro le tiene ancora in corsa per l’obiettivo salvezza sulla sponda friulana e conquista dell’Europa, seppure di seconda e terza fascia, da parte dei partenopei, che però continuano a giocare con un’indolenza piuttosto irritante.

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