Napoli – Inter 0-1 la Supercoppa Italiana è nerazzurra.Il racconto di Gianfranco Piccirillo dell’associazione Stabiamore ed il ricordo di Gigi Riva
Il Napoli non riesce ad arrivare ai calci di rigore dopo una partita interamente difensiva, che ha mostrato se non altro una buona capacità di contenimento, almeno fino all’episodio del recupero, che ha permesso a Lautaro Martinez con l’ausilio però di un errore difensivo di Di Lorenzo di segnare il gol che regala l’ennesima supercoppa all’Inter e al suo allenatore Simone Inzaghi, specialista di questo genere di finali. È stata una partita bruttissima senza grandi occasioni, con pochissime parate dei portieri in cui il Napoli si è ritrovato in dieci uomini all’inizio del secondo tempo, per la decisione di un arbitro non impeccabile, che ha deciso di essere più di manica larga con i nerazzurri, rispetto ai napoletani, tirando fuori due volte il cartellino giallo per Simeone e nessuna per un Acerbi ad esempio, che è rimasto clamorosamente privo di provvedimenti disciplinari.
Mazzarri ha provato come con la Fiorentina a confondere le acque, con il suo modulo preferito, spostando Zerbin sull’esterno e alternando Politano e Kvaratskheila a sostegno del Cholito con Mazzocchi a sinistra, Lobotka e Cajuste difensori aggiunti a centrocampo e tre centrali come Jesus, Rrahmani e Di Lorenzo.Gollini non deve compiere parate nel primo tempo, perché l’Inter non riesce a centrare la porta nelle sue conclusioni dalla distanza e addirittura è Sommer che deve intervenire su un tiro del georgiano Kvaratskheila ad inizio del secondo tempo.
Nella ripresa dopo una punizione di Politano alta sulla traversa, non cambia la musica della finale, con l’Inter che continua ad attaccare, senza trovare grandi spazi, riuscendo ad impegnare pochissimo Gollini, anche nell’ora in cui il Napoli è rimasto in inferiorità numerica.Le sostituzioni di Mazzarri hanno provato ad aumentare la densità difensiva con gli ingressi di Ostigard per Zerbin, Rui e Lindstrom al posto di Mazzocchi e Kvaratskheila e in effetti l’unica nota di rilievo è stato un tentativo apprezzabile dell’oggetto misterioso danese di sorprendere il portiere svizzero dell’Inter dalla distanza.
Inzaghi ha capito che per evitare i calci di rigore era conveniente inserire tutte le punte a sua disposizione e così nei minuti finali Arnautovic e Sanchez sono state le mosse decisive, che hanno aumentato notevolmente il potenziale offensivo interista, e Mazzari ha voluto e saputo opporre solo gli ingressi di Gaetano per Politano e poi quello di Raspadori per Cajuste, assistendo sempre più nervosamente in panchina alla sua seconda sconfitta in una finale di Supercoppa italiana, dopo quella di Pechino.Questa volta il tecnico toscano non ha grandi responsabilità nella sconfitta, ma abbandonare la panchina dopo il gol di Lautaro non è stata una scelta felice, perché bisogna sempre saper accettare le sconfitte e onorare i vincitori.
Non mi piace sinceramente questa involuzione anche negli atteggiamenti sportivi, che sta prendendo il Napoli, anche se non convince assolutamente il sistema politico che gestisce il calcio italiano.La partita di stasera in Arabia con pochissimi italiani sugli spalti, nababbi evidentemente come i numerosi arabi, peraltro in prevalenza sostenitori interisti, mi sembra proprio lo specchio fedele di una rappresentazione penosa e decadente del calcio italiano, che proprio stasera ha perso un campione straordinariamente forte e autorevole come Gigi Riva, l’unico che merita pienamente l’applauso dei veri sportivi.