Napoli un pareggio spettacolare a Firenze ma che alla fine della fiera forse inutile per la classifica. Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo.
Napoli pareggio a Firenze
Nell’ultima trasferta del campionato disgraziato del Napoli arriva un pareggio, che aiuta solamente la squadra viola per il traguardo europeo. La squadra di Calzona con le riserve Mazzocchi, Ostigard e Simeone in campo alterna cose buone a pessime, realizzando comunque subito il gol del vantaggio con Rrahmani. La rete del nazionale kosovaro illude solamente il Napoli di poter rientrare nella zona europea, perché la punizione dell’ex calciatore dello Stabia Biraghi e il successivo gol di Nzola, rimettono la gara sui binari favorevoli alla squadra di Italiano, uno degli allenatori in predicato da tempo di passare sulla panchina partenopea.
Una gara divertente
Nella ripresa il Napoli riprende a giocare meglio della Fiorentina, trovando il meritato premio della splendida realizzazione di Kvaratskhelia su calcio di punizione, un’arma poco sfruttata in questa stagione. Già prima degli ingressi di Raspadori e Ngonge ci sono state tante emozioni da una parte e dall’altra, con il palo di Politano, un rigore prima assegnato alla Fiorentina e poi revocato dal var, alcune azioni pericolose dei viola e la clamorosa parata di Terracciano nel finale su Raspadori. Ma più che la cronaca di una partita di fine stagione, giocata comunque per restare a lottare per una qualificazione europea fino alla prossima e ultima giornata, desta maggiore curiosità il totoallenatori sulle panchine delle squadre più importanti, e soprattutto quello che riguarda il Napoli. Dopo aver scelto ben tre tecnici, senza ottenere nulla di importante, Delaurentiis non può permettersi di sbagliare ancora e dopo aver provato inutilmente il dopo Spalletti con Luis Enrique, Sergio Coincecao e Antonio Conte, ora sembra aspettare la fine della stagione di Gasperini, ma anche di Pioli, Pecchia e degli stessi Allegri e Italiano.
Insomma, checché ne dica Delaurentiis, regna la confusione più totale, per la squadra che appena un anno fa diventava campione d’Italia con venti punti di vantaggio sulla seconda. Anche in caso di vittoria contro il Lecce domenica prossima nell’ultima gara allo stadio San Paolo Maradona, la squadra di Calzona potrebbe non riuscire a qualificarsi nemmeno per la più misera delle competizioni europee, la Conference League, interrompendo così la gestione favorevole dell’era Delaurentiis. Il proprietario della filmauro e del Napoli è stato per 14 anni consecutivi sempre in Europa, ma ora è riuscito a restare nella storia per il peggiore campionato disputato da una squadra campione d’Italia in carica.