Paolo Capodaglio ex centrocampista e capitano delle vespe nella stagione 2016-2017 ci racconta un pezzo della sua avventura in gialloblu
La Juve Stabia di Guido Pagliuca è in testa al suo girone.Benevento ed Avellino sono indietro.
Ti aspettavi da addetto ai lavori questo scenario di classifica a questo punto del campionato?
– Una piacevole sorpresa.All’inizio sembrava il classico figlio del caso ma non è stato cosi.
Dietro ci sono piazze importanti con giocatori validi ma che non riescono a tenere il passo della Juve Stabia.La squadra ha trovato la quadratura strada facendo ed i risultati parlano chiaro.
Che cosa ha significato indossare la maglia gialloblù?
– Un motivo di orgoglio.
Avevo la responsabilità di essere il capitano grazie a Mister Fontana.Ho vissuto questa esperienza in maniera piena con le tante emozioni che ha saputo regalarmi la piazza.
Un bellissimo ricordo.
A Castellammare hai avuto come allenatore sia Gaetano Fontana che Fabio Caserta .Un tuo giudizio sui due Mister ex gialloblù
– Allora Gaetano Fontana era il primo allenatore, mentre Fabio Caserta era il secondo e quando divenne allenatore in prima io andai via e quindi posso esprimere un giudizio solo su Mister Fontana.
A Livello umano è una persona fantastica e come allenatore abbiamo fatto una prima parte di stagione bella dove il lavoro che facevamo in settimana veniva pagato sul campo.La seconda parte di stagione non fu cosi ma ti posso dire che mi sono divertito con lui.
Invece un tuo ricordo del pubblico del Romeo Menti?
– Contro il Foggia, la partita che vincemmo 4-1.
Una sensazione di calore che si respirava era appaggante.Il tifo era davvero il dodicesimo uomo in campo, ci hanno trasmesso una carica incredibile, mi sentivo un gladiatore.
Nel corso della tua avventura in gialloble’.
Esiste un momento che ti porti nel cuore?
– Oltre a quella contro il Foggia ti posso dire la trasferta a Caserta con il settore ospiti pieno.Le tante esultanze insieme al pubblico allo Stadio Menti e purtroppo ricordo anche il gol annullato a Ripa nei play off che non ci permise il passaggio del turno ai play-off.
All’ epoca il timone era affidato al Presidente Franco Manniello, che rapporto avevi con lui?
– Franco Manniello era come un papà.
Una persona che si metteva sempre a disposizione.Un grande tifoso, una figura centrale.
Ti senti ancora con qualche calciatore tuo compagno di avventura?
– Con Francesco Lisi, ci siamo conosciuti a Castellammare.
Essendo che è Romano come me è nata una bella amicizia.Si ringrazia Paolo Capodaglio per il tempo concesso per questa intervista