Roberto Baggio il “Divin Codino”


<strong>Roberto Baggio il “Divin Codino”

Per il primo numero della rubrica i miti del calcio. Vogliamo parlare e dedicare un focus su Roberto Baggio il divin codino che ha vinto pure un pallone d’oro in carriera. Un calciatore fantastico che fin dalla giovane età ha subito dimostrato il suo valore.

Vicenza prima per poi espodere definitivamente alla Fiorentina. Con la Viola tanti goal uno meraviglioso al San Paolo di Napoli davanti a Maradona ed un amore spezzato per il passaggio alla Juventus con i tifosi della Fiorentina in rivolta.

Roberto Baggio non ci metterà molto ad entrare nel cuore dei tifosi bianconeri con giocate fantastiche e assist incredibili ma poi arriverà anche il trasferimento nel Milan dei record di Fabio Capello. Però anche le favole più belle hanno una parola fine e nel 1997 il Diavolo con il ritorno di Sacchi in panchina vivrà una situazione di grande difficoltà. Serve una nuova piazza serve il rilancio e Bologna lo porta ad una rinascita fino al mondiale del 1998. Roberto Baggio con l’Italia ha solo sfiorato il sogno condannato dai calci di rigore. Italia 90, Usa 94 e Francia 98. Grandi prestazioni e stesso epilogo finale. Massimo Moratti si innamora di Roberto Baggio e lo porta all’Inter. Due anni particolari con Marcello Lippi prima ed una gestione disastrosa nell’anno successivo. Una doppietta nello spareggio Champions League contro il Parma ed una Doppietta contro il Real Madrid fecero intendere una cosa. Quando Baggio giocava faceva la differenza. Arriva così anche ultima tappa della sua carriera.

Arriva il Brescia una squadra piccola che diventerà grande grazie a lui con le sue giocate fantastiche e sarà decisivo nel corso della stagione dando un grande dispiacere al Napoli con un goal che fece retrocedere praticamente gli azzurri. Era il campionato 2000 quello vinto dalla Lazio con Baggio decisivo contro la Juventus con un goal bellissimo.
A Brescia fece espodere Andrea Pirlo e trovò Pep Guardiola . Un giocatore che attirava grandi campioni nonostante non fosse più un ragazzino con gli infortuni sulle spalle. A San Siro ci fu il saluto al calcio giocato di un campione di tutti gli Italiani e degli amanti del gioco del calcio.

Foto Wikipedia


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