Roberto Mancini – Un anno in nazionale


Un anno fa Giampiero Ventura mancò la qualificazione ai mondiali di calcio di Russia 2018 dopo sessant’anni. Roberto Mancini gli subentrò qualche tempo dopo. Precisamente dopo l’interregno di Gigi di Biagio, all’epoca Ct dell’Under 21 (chiamato perché l’Italia doveva giocare due amichevoli pre mondiale contro Argentina ed Inghilterra).

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Non ero molto convinto della scelta del Mancio come nuovo Ct. Da giocatore i suoi risultati sono ineccepibili a differenza di quelli da allenatore. Si, ha vinto tre scudetti con l’Inter e la Premier con il Manchester City; ma in Italia era l’epoca successiva a calciopoli, quindi: Juventus e Napoli in B, Milan e Roma a pezzi. In Inghilterra il City era la prima squadra ad essere comprata dagli sceicchi, erano letteralmente da soli. Un giornale sportivo inglese calcolò che Mancini vinceva un trofeo ogni cento milioni di euro spesi. E considerato che in Italia fu soprannominato Mister X.

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E sinceramente, quando fu annunciato come nuovo commissario tecnico, ero molto molto scettico. E le brutte amichevoli contro Egitto ed Arabia non mi aiutarono certo a cambiare idea. E come a me, anche a buona parte della critica. L’inizio della “redenzione” avvenne con la UEFA Nations League: fece fuori Buffon e diversi senatori lasciandone, giustamente, alcuni tipo Chiellini e Bonucci non potendo rinunciare alla loro esperienza. E con lo svecchiamento della nazionale: Grifo, Barella, Kean, Pinamonti, Zaniolo.

E, a differenza del suo predecessore, ha anche capito che è necessario convocare, oltre ai giovani, anche giocatori delle medio piccole. E i risultati, nel girone di qualificazione, si sono fatti vedere. Dodici punti su dodici, tredici gol fatti ed uno solo subito. Qualcuno potrebbe dire: con un girone così facile era quasi obbligatorio. Sì sulla carta. Ma l’Italia non ha mai veramente brillato nelle qualificazioni: Isole Far oer Italia, qualificazioni euro 2008, vinta per 2 a 1 in rimonta; la doppia vittoria per uno a zero contro Malta per euro 2016 (e la secondo volta Graziono Pellè segno con un braccio).

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Mancini insomma ha portato gioco e una nuova ventata. E, almeno per il momento, ha smentito con i fatti i dubbi. Forse è vero il detto “Per rialzarsi bisogna prima toccare il fondo”

 

 

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