Il Diavolo e l’acquasanta.
Il Cagliari passa dalla partita con il Milan dove nei primi 20 minuti sembrava il Real Madrid per poi arrivare una settimana dopo a dare il peggio di se, come a Empoli. Insomma, contro due neo promosse, in trasferta, perse le partite con il medesimo risultato, ma il colmo sarebbe stato farsi fare goal anche da Alessandro Deiola, ceduto con un prestito secco agli emiliani, c’è mancato poco. Certo, a differenza dell’esordio in Toscana, il possesso palla, che comunque non porta punti, è stato a favore dei rossoblù. Ma è un’inutile consolazione.
Adesso manca il Frosinone, si farà amplein?
Tutto qua ? No.
La verità è che il Parma ha giocato una partita in contropiede, come tendenzialmente ha sempre giocato il Cagliari, ma da quest’anno si sarebbe voluto avere un’idea di gioco propositivo visto che il primo allenatore in lizza per la panchina era De Zerbi, l’incarnatore assoluto del gioco offensivo, una via di mezzo tra Zeman e Sacchi, andando a esagerare. Tuttavia, avendo dato la parola al Sassuolo, ed essendo Squinzi meno difficile ad elargire stipendi con più zeri di Giulini, l’ex allenatore del Benevento, che già a Foggia aveva dato un assaggio in Serie C, ha scelto la Società più ricca.
Certo, ad inizio gara sembrava che, essendo il pallino del gioco in mano al Cagliari la partita poteva essere a favore degli ospiti, ma due contropiedi micidiali, soprattutto il secondo, hanno determinato il risultato finale.
Si potrebbe altresì dire che la prima rete di Inglese, la seconda, quella convalidata, era irregolare ma già gli era stata annullata una segnatura precedentemente e quella era si una bella azione e un bel goal.
Purtroppo Calvarese di Teramo ancora una volta dimostra la sua allergia alla tecnologia non essendo andato a vedere di persona il monitor del VAR a bordo campo ma affidando i suoi occhi a quelli del suo collega, come fatto lo scorso mercoledì in Champions League in Valencia-Juventus quando l’arbitro di porta faceva espellere niente poco di meno che il Dio del pallone in terra Cristiano Ronaldo per una ipotetica tirata di capelli all’avversario, una svista micidiale che per fortuna dei bianconeri non ha condizionato il risultato finale, sebbene i dirigenti juventini abbiano protestato le loro ragioni alla fine del primo tempo.
Nella gara del Tardini è successo qualcosa che i più critici verso la Società Cagliari Calcio non perdonano: avere acquistato per 10 milioni di euro un giocatore che dovrebbe essere una riserva (Cerri) quando il titolare (Pavoletti) è infortunato o indisponibile comunque. Può una Società come il Cagliari avere in panchina 10 milioni di euro e non avere in campo una seconda punta degna del suo nome visto che i vari Sau e Farias nemmeno messi assieme ne formano una ?
Con rispetto parlando i due giocatori citati, a cui sia la tifoseria sia gli stessi giornalisti locali sono molto affezionati (a Sau, che è sardo, soprattutto) non segnano da tempo immemore. La verità vera è che da quando è partito Borriello c’è una lacuna ancora non colmata in quella zona del campo, così come a sinistra dove il povero Padoin non è un terzino sinistro e quello che sarebbe dovuto essere il titolare, il greco Lykogiannis, oggi ha giocato solo perché l’ex Juventus era stanco o affaticato dopo 4 partite e avrebbe dovuto rifiatare.
Ma la fascia sinistra è ancora desolatamente scoperta.