Il Napoli è l’unica squadra di serie A che si autoprodurrà da quest’anno le maglie da gioco. Le divise sono realizzate in collaborazione con Armani (EA7). Il debutto ufficiale ci sarà nella gara di campionato contro il Venezia allo stadio Maradona. Come detto dal Presidente Aurelio De Laurentiis: “produrremo in Cina, Bangladesh, Pakistan, Turchia e anche in Italia. Gradualmente il materiale sarà spedito da Shanghai, ma ovviamente la squadra avrà la priorità. Quando poi saremo pronti, partirà anche la vendita al pubblico entro il mese di settembre. Sulle magliete oltre agli sponsor, compariranno il logo del Napoli e quello di EA7.
Armani ha condiviso con la Società Sportiva Calcio Napoli che una parte degli utili provenienti dalla commercializzazione dei prodotti creati verrà destinata al territorio e al bene comune.
Comunque, non è la prima volta che un club realizzi una maglia autoprodotta in Italia, anzi, già negli anni ’90 ci fu un caso molto simile e particolare, che ha aperto le porte a nuovi orizzonti. Fu il Perugia di Gaucci a vestire per circa 10 anni la maglietta Galex, brand sportivo ideato dall’amministratore delegato della società umbra dal 1995 al 2005. Nella stagione 2013/2014 anche l’Udinese di Pozzo collaborò con “HS”, una società controllata dal direttore marketing dei friulani Massimiliano Ferrigno, che successivamente fu affidata alla Macron. La Roma di Totti, in attesa del contratto con la Nike e la rescissione con la Kappa decise di produrre il proprio kit da gioco in collaborazione con Asics. L’esperienza giallorossa fu differente dalle altre in quanto non c’era nessun sponsor tecnico e principale, ma fu l’occasione di lancio del “Roma Care” (Onlus legata al più ampio contesto di solidarietà sociale). Chi utilizza ancora le maglie autoprodotte è il Lecce di Renè De Picciotto che, dal 2018, ha creato un marchio dal nome “M908” richiamando l’anno di fondazione del club salentino. La maglia made in Lecce viene realizzata in Cina con costi e ricavi a carico del club giallorosso.