La statua di Diego Armando Maradona allo stadio, tante autorità e personaggi famosi fra il pubblico, l’ultima partita con la Maglia commemorativa. Senza contare la voglia di rivalsa per le due sconfitte con Inter e Spartak Mosca, ed anche approfittare dello stop del Milan. La partita non ha storia. La Lazio si fa sentire solo fra il secondo e il terzo gol del Napoli, poi sparisce. Complice, oltre ad una forma fisica non ottimale, un forza ed una consapevolezza del Napoli senza precedenti.
Lobotka gioca la sua prima partita da titolare. E non delude le aspettative, migliore in campo in assoluto. La difesa della Lazio regge per soli sette minuti, poi gli azzurri dilagano. Rilancio di Koulibaly per Lozano, il messicano si invola e tira. La difesa respinge ma Zielisnki si avventa sulla palla e la scaraventa in porta.
Passano tre minuti ed arriva il raddoppio. Insigne semina l’intera difesa bianco celeste, mette in mezzo per Mertens che mette a sedere Patrick e raddoppia.
La Lazio accusa il colpo ma cerca di reagire. Anzi ci riesce. Al 25′ grande percussione di Milinkovic-Savic che riesce a superare Di Lorenzo e, con un perfetto passaggio arretrato, mette Luis Alberto in condizione perfette di calciare. Il tiro dello spagnolo è micidiale, ma Ospina decolla e la mette in angolo. Sugli sviluppi del medesimo, Acerbi stacca su tutti ma la traversa salva gli azzurri. Al 30′ però gli azzurri siglano la fine della partita. Cambio gioco di Fabian Ruiz per Lozano, cross in mezzo per Mertens. Tiro al volo del belga che segna il suo 139 gol in assoluto.
Nel secondo tempo non c’è storia. Il Napoli ha l’occasione, con Mario Rui, di fare il poker ma Reina disinnesca il suo destro. Poi i padroni di caa controllano la situazione. E l’unica azione degna di nota è il bellissimo gol di Fabian Ruiz all’85’.
E, dopo l’esultanza, arriva l’immagine più bella. Le luci dello stadio (e di Fuorigrotta) si spengono e migliaia di telefonini accessi salutano la statua di Diego Armando Maradona