La cessione di Barella divide la tifoseria – Perchè era giusto cederlo, perchè sarebbe stato bello rimanesse


Nicolò Barella è da due giorni e a Milano, sponda nerazzurra.

La tifoseria è divisa tra i romantici innamorati di Gigi Riva e Daniele Conti, due NON sardi che di Cagliari e del Cagliari hanno fatto la loro dimora eterna.

Ora proviamo ad analizzare le due parti.

 

PERCHE’ NICOLO’ SAREBBE DOVUTO RIMANERE (ALMENO UN ALTRO ANNO)

Nicolò ha detto che NON sarebbe MAI andato via per soldi, ma per ambizione e che è sempre stato tifoso del Cagliari.  E’ palese che andando in una squadra e in una Società come l’Inter sarebbe andato a prendere certamente uno stipendio superiore e anche le possibilità di Vincere qualcosa -che non fosse la semplice salvezza che nel Cagliari corrisponde allo Scudetto (dei poveri)- era reale.

Non gli si può fare nessun rimprovero, qualsiasi ragazzo di oggi, come di ieri, a parte RIVA sogna di migliorare la propria posizione economica, un futuro migliore per i propri figli e per la propria moglie.

Tuttavia è da fare una considerazione: attualizzando, siamo sicuri che Gigi Riva non sarebbe andato via, alla Juventus?

Conosciamo Gigi e il suo attaccamento ai colori rossoblù e alla città, non è in discussione.

E’ chiaro che non potremmo mai saperlo, ai tempi in cui Gigi giocava, i soldi che giravano, erano diversi, sebbene la Juventus di Boniperti lo avrebbe pagato molto bene, sia il cartellino al Cagliari sia il suo stipendio.

Noi confidiamo che il mitico cannoniere, ancora primo in classifica marcatori di tutti i tempi della Nazionale Italiana, non l’avrebbe mai fatto, non avrebbe mai tradito i colori rossoblù.

Ma Nicolò non è Luigi, e viceversa.

Nessuno dei due è condannabile ne esaltabile, sono scelte di vita personali.

Come un innamorato tradito dalla propria ragazza il tifoso ci rimane male ed esprime a suo modo l’abbandono, anche se in questo caso preventivato e annunciato da almeno un anno.

L’amore verso la squadra che rappresenta un’isola fa parlare i Social, spesso sparlare, rende gli animi nervosi, spesso esagerati, il calcio, come la politica e le donne rende l’essere umano crudele nelle sue affermazioni.

Ho estratto alcuni commenti, nessuno condannabile, sono punti di vista personali come le scelte dei giocatori.

È una scelta professionale che non si può discutere. Credo che da bambino avesse sognato di giocare nel Cagliari, in Nazionale, in Champions League e lottare per lo scudetto. Purtroppo, due di queste cose il Cagliari non gliele poteva dare. Inutile poi fare paragoni con Riva e Conti per motivi diversi, uno giocava in una grande squadra di quel periodo, il secondo alla sua età era solo il figlio di Bruno

Davide

 

Ci fosse stata una gestione della vendita molto diversa, nei modi e nelle cifre, tipo la cessione di Astori o Raja per intenderci nessuno avrebbe obiettato. La verità è che #NB18 ha condizionato molto la trattativa indicando solo ⚫️? e Giulini ha salvato il salvabile a €45milioni, sotto valore di mercato e di asta: diciamo la VERITÀ.

  Antonio

 

Poteva almeno organizzare un saluto in grazia di Dio

Lucio

 

Vi racconto una storia. Un paio di mesi fa ho fatto un salto di gioia perché l’Italia con Barella aveva vinto. Ero contento perché uno del Cagliari si dimostrava un campione, ma questa gioia non ha avuto senso visto che nel momento che un giocatore viene riconosciuto come campione non è più un giocatore del Cagliari. Ci arrivi Barella e ci arrivate tifosi di Barella e non di Cagliari che tutto questo è una stronzata e una buffonata? Vai a Milano Barella, vai nella tua città e nella squadra di cui sei tifoso.

Andrea

Il potenziale giocatore futuro simbolo della rosa del Cagliari è appena sbarcato nella citta della sua squadra(nemmeno cosi tanto nuova) a 22 anni! Manco uno cresciuto con Riva e sardo sente la maglia o il desiderio di rimanere per il Centenario, ne la società offriva un progetto serio mostrando di volerlo tenere! Invece che considerarlo un fallimento, qui volano clacson e trombette e tutti a festeggiare i milioni entrati nelle casse, entro un anno anche quelli di Cragno arriveranno, ma l’importante è essere contenti per loro e vincere lo scudetto doppio, salvezza e bilancio. In tutto questo dimenticavo il Cagliari, ma tanto che vi importa dei risultati sportivi, manco sapete cosa sia l’ambizione, siete i primi a considerare il Cagliari una squadretta e firmereste a vita per i quindicesimi posti quindi non ve ne può sbattere niente. Mi raccomando tutti a scrivere “sei l’orgoglio di tutti noi” appena pubblicherà la classica lettera piena di ringraziamenti.

Marco

Se la Società non alza l’asticella dell’impegno degli obiettivi è normale chi, come Nicolò, voglia misurarsi in palcoscenici di livello superiore!! Non bisogna biasimarlo, se ha questa possibilità non se la lascia sfuggire. La società dovrebbe fare di più per trattenere i giocatori.

Stefano

 

PERCHE’ NICOLO’ SAREBBE DOVUTO RIMANERE (ALMENO UN ALTRO ANNO)

Il 2019-2020 è l’anno del Centenario dalla fondazione della Società rossoblù;

Il 2020 è il 50esimo dallo storico (e probabilmente rimarrà anche unico) Scudetto

 

PERCHE’ IL CAGLIARI HA DOVUTO CEDERE NICOLO’

Si era promesso all’Inter a Gennaio

La Società rossoblù è stata messa con le spalle al muro dallo stesso Barella, forse dal suo Agente, magari da entrambi visto che uno esegue alla lettera, più o meno, i desideri dell’altro.

Se Nicolò incassa più soldi, ne prende  parecchi anche l’agente.

Il ragazzo non voleva ledere la sua squadra di origine e, sebbene poi lo abbia fatto magari inconsciamente, gestire una trattativa con qualunque altra squadra che non fosse stata l’Inter, anche offrendo di più, sia in termini economici sia di contropartite tecniche o bonus sarebbe stato impossibile.

Il Cagliari ha dovuto cedere il suo giocatore simbolo malvolentieri, lo dimostra il tentativo del Pres (com’anche lo chiama Nicolò nella lettera) quando al termine di una riunione di Lega diceva di avere un accordo con la Roma e che l’Inter non la sentiva da venti giorni.

Quello era un modo di forzare la mano ai nerazzurri, di fargli alzare l’offerta, ma la Società di Milano, avendo in mano la volontà del giocatore faceva un gioco che poi, alla fine, è stata costretta a modificare vista la minaccia dello stesso Giulini di raddoppiare lo stipendio del giocatore, forse di prolungare il contratto, e magari inserire una clausola rescissoria di 50 milioni di euro.

Cosa che forse si sarebbe dovuta inserire precedentemente.

PERCHE’ IL CAGLIARI HA DOVUTO CEDERE NICOLO’

Perché Nicolò prenderà 2 milioni e mezzo di euro netti a stagione e il Cagliari non potrà mai farlo, come  nemmeno ipotizzare di Vincere, che sia lo Scudetto o la Champions, niente che non sia la salvezza.

Perché è sempre e comunque la volontà del giocatore a far finire le firme sui contratti, nessun atleta va dove non vuole andare, sarebbe una violenza inaudita costringere chicchessia a fare qualcosa contro la sua volontà.

Il “Caso Marchetti” del luglio 2010 fu un clamoroso autogol della Società dell’allora Presidente Cellino che ebbe anche da dire al suo agente.

Punì il ragazzo, al momento TOP della carriera dopo il Mondiale del Sud Africa, per sue dichiarazioni di volere migliorare la sua carriera, andare alla Sampdoria che avrebbe di li a poco giocato nei preliminari di Champions.

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Non fu ceduto alla fine del Calciomercato estivo e finì fuori rosa, non giovò a nessuno quella situazione e Federico comunque si è allenato da solo per tutto il campionato, ceduto allo stesso prezzo di acquisto alla Lazio nel luglio 2011.

A cosa è servito punirlo?

Nessuna plusvalenza, nessun guadagno per la cessione, un impuntamento inutile che con Barella non sarebbe stato giusto ripetere, meno male che il Presidente Giulini non ha costretto Nico 18 a rimanere perché non sappiamo cosa sarebbe successo, il ragazzo pensava alla Champions, allo Scudetto ai grandi stati inglesi dove giocare; andare ad Aritzo e a Pejo col Cagliari forse sarebbe stata una mortificazioni, sogni di gloria infranti.

Perciò, con la morta al cuore, Nicolò adesso non tirerà più sui pali della Sardegna Arena.

L’amore verso di lui si potrebbe trasformare, come accade nella vita reale tra un uomo e una donna che si separano, in odio, in questo caso sportivo.

Non ho citato i tanti commenti di cattiva fortuna e comunque di biasimo, colorati con parole poco dolci verso questo ragazzo.

Come un figlio, va applaudito perché il sogno di ognun essere umano è migliorare la propria posizione economico-sociale.

Punto.

Tutto il resto è noia.

 

 

 

 

 

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