Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, secondo quanto riportato dal settimanale l’Espresso, sarebbe indagato dalla Procura di Roma.
Pesanti le ipotesi di reato contestate al “Viperetta”: appropriazione indebita e riciclaggio.
Le indagini sarebbero state avviate a seguito di alcune segnalazioni della Uif, l’organismo della Banca d’Italia che si occupa di lotta al riciclaggio, e dalla Guardia di Finanza.
Secondo quanto riporta il settimanale, le segnalazioni sarebbero tre, e sarebbero state trattate congiuntamente poiché, secondo un’informativa della polizia giudiziaria, “l’operatività ivi delineata è riconducibile, a vario titolo, all’Unione Calcio Sampdoria spa”.
La prima segnalazione
Il primo conto finito sotto inchiesta è un conto privato intestato direttamente a Ferrero, sul quale può operare anche la sua segretaria, che lavora sia per la Sampdoria sia per altre due società della galassia di Ferrero, la Eleven Finance (ex capogruppo della galassia Ferrero) e la Mediaport, il cui rappresentante legale è Giorgio Ferrero, nipote del presidente.
La Guardia di Finanza avrebbe scoperto che in un anno, dal gennaio 2014 al gennaio 2015, le società di Ferrero avrebbero effettuato bonifici a favore del presidente per un totale di 791mila euro; e la causale sarebbe stata l’utilizzo del logo “Massimo Ferrero Cinemas”: in sostanza, le società di Ferrero avrebbero pagato lo stesso Ferrero per l’utilizzo del logo in questione.
Ciò che ha insospettito, anzitutto, gli inquirenti è aver trovato nel conto una decina di versamenti in contanti, per un totale di 52 mila euro, più versamenti per altri 15 mila effettuati con una trentina di banconote da 500 euro.
Inoltre, risultano assegni emessi e bonifici effettuati dal presidente a favore della propria compagna Manuela: si tratta di otto assegni per un totale di 350 mila euro emessi alla fine del 2014; ad essi dovrebbero aggiungersi tre bonifici da 257 mila euro, con la causale “acconto prima casa”.
Secondo i p.m. i soldi per l’acquisto dell’appartamento proverrebbero dai conti della Sampdoria.
La seconda segnalazione
Un’altra segnalazione concerne altri due bonifici, disposti dall’Unione Calcio Sampdoria spa a favore della Vici srl, società, proprietaria di alcune sale cinematografiche, che “comprò” la Sampdoria dalla famiglia Garrone nel 2014 praticamente gratis.
Il 18 giugno 2015, alla società in questione arrivano i citati bonifici, per un totale di 610 mila euro, con la causale riguardante dei lavori da effettuare al Centro Sportivo “Mugnaini” di Bogliasco, in cui si allena la squadra blucerchiata.
Gli inquirenti non vedono coerenza tra l’attività svolta con l’oggetto sociale della Vici srl, che in effetti si occupa di cinema.
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Ma la circostanza che li insospettisce ancora di più è che la Vici srl, il giorno dopo aver ricevuto i suddetti bonifici, ha emesso 10 assegni circolari per un valore di mezzo milione di euro a favore della Livingstone, la compagnia aerea per il cui crac Ferrero, processato per bancarotta fraudolenta dal Tribunale di Busto Arsizio (VA), ha patteggiato, nel febbraio del 2016, la pena di un anno e dieci mesi di carcere.
Ma non finisce qui: Uif e Guardia di Finanza hanno il sospetto che le somme finite alla Livingstone provengano anche dalla vendita del calciatore Pedro Obiang al West Ham, che aveva luogo in quei giorni per 6,5 milioni di euro.
La terza segnalazione
Una terza segnalazione riguarda ancora un conto della Unione Calcio Sampdoria, dal quale sarebbero stati effettuati bonifici a favore “di società dello spettacolo e della cinematografia”; tutte società gestite da parenti di Ferrero.
I finanzieri, in questo caso, ipotizzano l’esistenza di frodi nella fatturazione.
Le reazioni
La Sampdoria, secondo quanto riporta Il Secolo XIX, fa sapere di avere dato mandato ai propri legali di verificare i contorni dell’inchiesta ma di non essere preoccupata, “perché le certificazioni dei nostri bilanci e dei movimenti contabili sono sempre state fatte regolarmente come conferma l’assegnazione della licenza europea che non viene riconosciuta ai club non in regola con tutto…”.
Sulla pagina Facebook la società blucerchiata, inoltre, “ribadisce la sua serenità e sottolinea di non essere coinvolta in alcuna inchiesta”.
Si attendono sviluppi per una vicenda ovviamente molto delicata.