Paganese, il saluto al capitano Scarpa


Paganese, il saluto al capitano Scarpa, la lettera della società come riportano i canali ufficiali

Paganese:Grazie Capitano ! Cosi abbiamo voluto salutarti, per renderti omaggio della lunga storia d’amore: otto stagioni, tra te e la Paganese. Te lo rendiamo in un giorno decisivo per le sorti della tua seconda pelle, quella che hai mostrato sempre fiero, per i campi di tutt’Italia. Da Verona a Palermo hai dispensato pennellate d’autore, indimenticabile quella punizione nel 3-3 di Cittadella. Proprio su calcio piazzato, il 23 dicembre del 2006 a Poggibonsi, realizzasti la prima delle 55 reti con la casacca azzurrostellata. L’ultimo ed unico squillo, nella stagione appena conclusa, sempre in trasferta contro la Vibonese. Otto stagioni, sette e mezza per la precisione, dato che il direttore Cosimo D’Eboli ti volle a tutti i costi, in quell’estate del 2006, nonostante la squalifica, aggregato al gruppo di mister Palumbo che poi arrivò in C1.

Fu la ciliegina del mercato di gennaio potremmo dire, su una torta che divenne dolcissima. Francesco Scarpa alla fine è diventato l’uomo simbolo della Paganese del presidente Raffaele Trapani, dove ha dato tanto e ricevuto altrettanto, entrando nella storia di questa società con le sue 219 presenze in campionato, record assoluto, staccando l’eterno Luigi Di Giaimo, con 214, che detiene il record invece nelle gare ufficiali con 246 contro le 231 di Scarpa. Numeri da brividi, come le giocate raffinate che ci hai regalato, vedi l’assist in verticale per Ibekewe lanciato a rete contro la Reggiana, o ancora il “tiro a giro”, tanto di moda in questo periodo, che annichilì Aldegani, portiere della Nocerina, nello storico 1-4, trafitto poi con un’altra perla su punizione. Impossibile dimenticare il gol di testa in tuffo contro l’Avellino, che aprì la rimonta due anni fa, o le reti decisive negli spareggi salvezza, contro Lecco e il Fondi.

Il marchio di fabbrica ? le accelerazioni partendo dalla sinistra per accentrarsi e concludere; o i traversoni al bacio, autentiche pennellate di destro o sinistro per i compagni in area e appunto le punizioni. Sino a 42 anni con dedizione e passione hai indossato la casacca della nostra, della tua Paganese, ma per tutto, nel calcio come nella vita, c’è il momento dei saluti. E’ arrivato quel momento lasciando un magone in tutti noi. Francesco Scarpa, la bandiera azzurra, non si è ammainata, continuerà sempre a sventolare nella storia della Paganese, con lo stesso fruscio che emanava il pallone quando s’insaccava alle spalle dei portieri avversari. Grazie Capitano !

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