SiraStabia, nel ricordo di Nicola De Simone


SiraStabia, nel ricordo di Nicola De Simone, il ragazzo che visse per sempre nel cuore di due popoli e due città

SiraStabia – Si, in sostanza è questo il pensiero di tutti gli sportivi della Città di Castellammare di Stabia e Siracusa.

Nicola De Simone, uno Stabiese che ci ha lasciato troppo presto.

Di professione difensore, Nicola, ha mosso i suoi primi passi da calciatore con la Libertas Stabia, la seconda squadra della Città delle Terme.

Poi la chiamata con le giovanili della Fiorentina e dopo le parentesi con Sessana e Benevento, Nicola De Simone torna alla casa madre: La Juve Stabia.

Nel 1977 sale di categoria trasferendosi nel Siracusa in Serie C dove milita fino al 1979 vincendo una Coppa Italia Semiprofessionisti.

Ecco, bella carriera, ma poi succede quello che non ti aspetti, quando il destino maledetto decide di intervenire.

13 maggio 1979 al 13′ della partita Palmese-Siracusa, De Simone rimediò un calcio alla tempia dopo gli sviluppi di un calcio d’angolo. Trasportato all’ospedale Cardarelli di Napoli, rimase in coma fino al 30 maggio, giorno del decesso.

La Città di Siracusa in suo onore ha dedicato lo Stadio cittadino, mentre la città di Castellammare oltre ad aver dedicato recentemente il viale che porta alla tribuna, da anni ha una scuola calcio molto attiva nella regione campania che porta il nome di questo meraviglioso e mai dimenticato personaggio.

Da 30 anni, le tifoserie di Juve Stabia e Siracusa vivono un gemellaggio storico ed il Nome di Nicola De Simone continua a brillare e vivere nel cuore di ogni sportivo.

Allo Stadio Nicola De Simone va di scena Siracusa-Juve Stabia, una partita mai banale tra sport e fratellanza. Cronaca

Il ricordo di Walter Ballarin:

Quando andavamo in ritiro facevamo coppia fissa. Prima si andava in due per stanza e con lui eravamo sempre insieme. Un ragazzo meraviglioso, eccezionale. Lui aveva sempre paura che le cose andassero male; come tipo in squadra quando ci stava qualche screzio in partitella. Lui era sempre lì presente, che voleva la tranquillità. Sempre sorridente. Purtroppo in quel momento cruciale dove stavamo vincendo il campionato ce l’ha portato via. Un ragazzo che ragionava in positivo su tutto; bravo su tutti i fronti. Al livello fisico era una bestia. Era difficile spostarlo. Quando, in allenamento, marcava me era difficile andare via.

Uno tra i migliori difensori con cui ha giocato?

Si assolutamente, molto forte. Lui veniva dalle giovanili della Fiorentina dove ha conosciuto sua moglie. Un ragazzo incredibile e meticoloso… non ho altri aggettivi per descriverlo. Stavo pensando che all’epoca ci stava una sola sostituzione…

Esatto, vedevo infatti che quel giorno fatale al posto di Nicola entrò Costa che poi segnò l’unico gol del Siracusa…

Quel giorno lì non ho nemmeno giocato. Ero in panchina per un dolore all’inguine anche se il mister voleva che entravo dal primo minuto non ci sono riuscito perché avevo troppo dolore, questa è stata la prima fatalità. Giocavamo in un campo di terra battuta, non di erba. Nicola, infatti, oltre a prendere la pedata andò giù e sbatte la testa in quel campo durissimo…

Quindi la vittoria della Coppa è stato un mix tra rabbia e cuore?

Le ultime partite si! Partimmo verso Castellammare per i funerali di Nicola per poi andare a giocare a Sorrento. Era un campo infuocato in terra battuta e noi avevamo una squadra molto tecnica con un buon palleggio. Stavamo perdendo, riuscendo infine a pareggiarla. Successivamente la partita Clou in casa contro la Casertana ed eravamo a pari punti con altre due squadre. Noi abbiamo vinto con il gol di Petraccini al 49’ minuto su passaggio mio.

La settimana dopo dovevamo giocare la finale di Coppa Italia. Partita secca. Era una giornata nuvolosa… dove è successo il tutto. A un minuto dalla fine mi capita quella palla, mi sono coordinato in mezza rovesciata e con un pallonetto il pallone ha scavalcato il portiere. E’ venuto giù tutto lo stadio… Non siamo riusciti nemmeno a festeggiare perché in campo ci stava tantissima gente. Tre/ quattro persone mi hanno preso in spalla e non si capiva più niente – ride –

Il ricordo di Marco Turati:

Da protagonista hai vissuto una storia di fratellanza tra Siracusa e Castellammare di Stabia nel ricordo di Nicola De Simone, conoscere la sua storia che effetto ti ha fatto?

Quando sono venuto a Siracusa la prima cosa che ho fatto è stata informarmi su tutta la storia calcistica, quando lessi la storia di Nicola sono rimasto molto colpito perché era una storia che non conoscevo. Nel primo derby contro la Juve Stabia mi sono reso conto di quanto le due tifoserie fossero legate al ricordo di questo ragazzo che ci ha lasciato prematuramente. E’ uno spettacolo che dopo tanti anni venga ancora ricordato con un gemellaggio così stretto. Le due tifoserie meritano un enorme applauso.

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