Serie A: Napoli inferno numero 98
Serie A: Nel mondo del calcio esistono stagioni che meritano di essere ricordate e stagioni anonime ma esistono anche campionati che iniziano male e finiscono peggio ed il tifoso non vede l’ora che arrivi l’ultima di campionato per chiudere in maniera definitiva il sipario.
Il Napoli del 1997-98 non era una squadra costruita per vincere ma sicuramente poteva salvarsi almeno sulla carta. Alternanza di calciatori e di allenatori non riuscirono mai a cambiare le carte del sul tavolo. Sono due vittorie su trentaquattro partite, davvero troppo poco come bottino finale ed ultimo posto in classifica quasi come conseguenza logica. Eppure dopo la seconda giornata gli azzurri avevano battuto l’Empoli ma furono poche le gioie nel corso di questo campionato. Eppure la rosa non era da buttare, Giuseppe Taglialatela in porta, uomo di grande affidabilità. Roberto Ayala la sicurezza in difesa, Igor Protti in attacco insieme a Bellucci poi José Luis Calderón l’Argentino che mai deliziò la platea e gente di spessore come Aljoša Asanović, Max Allegri ed il “Principe” Giuseppe Giannini.
Anche in panchina arrivarono nomi decisamente importanti e di esperienza come Bortolo Mutti, Carlo Mazzone, Giovanni Galeone e nel finale di stagione Vincenzo Montefusco quando oramai i giochi erano praticamente conclusi. Grandi nomi in campo, uomini di esperienza in panchina ma mai il Napoli sembrava lottare per la salvezza. Quando pareggiava, arrivava poi una grande prestazione e si creava l’illusione con la sconfitta nella giornata successiva. Fu in sostanza questo il copione di una stagione davvero pessima per i colori azzurri che fecero ritorno in cadetteria nella stagione successiva.
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