Carlo Tavecchio, presidente della FIGC dall’11 Agosto 2014, dopo la riunione con i dirigenti della Federazione (fra cui il presidente dell’Aic, associazione italiana calciatori) Damiano Tommasi, ha deciso, ma era prevedibile, di rimanere al suo posto “E’ indisponibile alle dimissioni” è stato il comunicato ufficiale.
Questa decisione ha fatto imbestialire Tommasi che ha abbandonato il consiglio che spingeva per nuove elezioni “Qualcuno dall’esterno ha fatto delle scelte per noi” ha dichiarato l’ex giocatore della Roma e della nazionale, aggiundendo anche che in questo modo non cambierà niente, anche se si è detto disposto a lavorare a favore della Federazione.
Altra decisione che non ha fondamentalmente sorpreso nessuno è stata l’esonero ufficiale di Giampiero Ventura. Dopo aver mancato la qualificazione dopo ben sessant’anni non era certo possibile per il tecnico genovese mantenere il suo posto, considerando anche che i tifosi non l’hanno mai accolto bene.
Ma perché l’esonero e non le dimissioni? Qualcuno dice perché Ventura vuole comunque essere pagato fino a fine stagione (in caso di dimissioni dovrebbe rinunciare allo stipendio) ma personalmente ritengo che Ventura sia stato il capro espiatorio perfetto. Ha le sue colpe ma anche Tavecchio e tutta la dirigenza hanno le loro colpe e non hanno neanche il coraggio di assumerle.
Il presidente della FIGC, appena eletto, divenne famoso per il suo discorso di presentazione “Gli stranieri mangiano banane poi subito in Serie A”. Non penso che fosse un discorso razzista ma, e forse è peggio, abbia letteralmente messo insieme parole a caso senza senso.
Inoltre, a parte le sue dichiarazioni sull’Apocalisse, non ha mai mostrato interesse per la nazionale, ignorando anche le richieste di Conte, e redigendo, assieme al resto della Federazione, un calendario che non minimamente tenuto conto degli impegni della nazionale, tanto da intasare un calendario fino all’eccesso, nonostante la rimozione della sosta natalizia.
In sostanza, cosa comporta tutto ciò? Nel 2006 le Federazione tedesca decise di riformare l’intero sistema calcistico cambiando ogni cosa, dalla base alla dirigenza.
Ma noi, con un tale presidente, come possiamo cambiare? Le colpe di ventura sono evidenti: nessuna idea, continui cambiamenti di modulo (partì col 3 5 2, poi passò al 4 2 4, passando per il 3 4 3 e, infine, è tornato al 3 5 2), senza contare la discussione con De Rossi che, chiamato dall’ex C.t. al riscaldamento, ha affermato “Che cosa entro a fare? Metti Insigne che dobbiamo vincere”.
Ma anche l’intera dirigenza, con Tavecchio in prima linea, ha le sue colpe, non avendo mai sostenuto la nazionale, con tutti gli errori di gestione del campionato. Senza contare che il buon Tavecchio, al momento della vendit dei diritti televisivi, ha dovuto rifare il bando perché, a causa di una serie di errori, era stato giudicato illegale ed inoltre nessuno si era presentato, a parte Sky, per l’acquisto dei diritti.
In conclusione; questa poteva essere, nonostante il disastro sportivo (perché di questo si tratta), un’ottima occasione per cambiare, per rinnovare un sistema ormai vecchio, incapace di stare dietro ai cambiamenti. E’ vero che ormai le squadre italiane, soprattutto le squadre d’alta classifica, sono ormai piene di stranieri e bisognerebbe sia rinnovare le regole d’ingaggio dei calciatori sia iniziare a convocare calciatori delle medio-piccole (considerando soprattutto l’ottimo settore giovanile dell’Atalanta).
P.S. Il 28 Novembre ci sarà una nuova riunione della FIGC per decidere il nuovo C.t. e questo è già un problema perché la decisione deve essere presa entro il 30 Novembre. Il nome più papabile è quello di Carlo Ancelotti il quale, anche se non ha mai detto di sì, ha lasciato intendere che sarebbe interessato a patto di essere lasciato in pace nel suo lavoro.