“Apples” – In un’epoca non esattamente definita ma che sembra corrispondere a qualche decennio fa Aris (Aris Servetalis) è una tra le tante persone colpite da un’amnesia per la quale non vi è cura. Pur di non restare in ospedale accetta di partecipare ad un programma di recupero della memoria mirato a farlo ricominciare da zero, a reimparare a vivere. In questo percorso incontra Anna (Sofia Georgovassili), che è sottoposta al medesimo trattamento e che contribuirà a fargli riannodare i fili con un vissuto difficile.
“Apples” – Recensione
Christos Nikou, aiuto regia di Yorgos Lanthimos per “Dogtooth”, dirige il suo primo lungometraggio traendolo da alcune pagine cupe dalla sua biografia tra spunti affascinanti, ritmi (a volte anche troppo) dilatati e atmosfere suggestive. La sua macchina da presa filma in un claustrofobico formato 4:3 e si tiene spesso a distanza per seguire senza alcuna frenesia Aris, il cui dolore conduce alla perdita di memoria. Ogni passo compiuto sotto dettatura del programma di recupero deve essere immortalato da una Polaroid: andare in bici, guidare l’auto e così via fino al rapporto sessuale. Quando Anna entra nella sua vita si rivela la variabile che sconvolge la fredda programmazione del percorso terapeutico. Aris la asseconda sempre fino a quando non ne resta ferito. Nel momento in cui ricorda qualcosa come un cane o una canzone per intero sembra al contempo turbato e desideroso di distogliere la sua attenzione.
Fotografare al fine di ricordare ma al tempo stesso vivendo l’attimo, proprio come si faceva fino a poco tempo fa anche se sembra esserne passato molto di più. La velocità e l’overdose di contenuti che ci inonda oggi ci porta a dimenticare molto più facilmente. Dimenticare per superficialità ma dimenticare anche per esorcizzare il dolore. Detto questo il film ha un sua dose di ermetismo in quanto strettamente legato alla morte del padre del regista, il quale mangiava fino a dieci mele al giorno potenziando la sua già notevole memoria.
Nikou non lascia spazio a facili consolazioni pur riuscendo a non spingere troppo sul pedale del dramma. Aris non può fare altro che affrontare nuovamente il proprio vissuto per riprendere in mano la sua vita. Servetalis si carica tutto questo su di sé egregiamente e lo restituisce in maniera asciutta e sempre credibile. Il suo personaggio è allo stesso tempo intriso dell’intimità di Nikou e di un’universalità che ci tocca tutti.
“Apples”, che ha aperto la sezione “Orizzonti” dell’ultima mostra di Venezia, è disponibile on demand sulla piattaforma MioCinema.