Arrivano i prof – La recensione


<strong>Arrivano i prof  è ispirato a Les Profs (Francia), è al cinema dal 01 maggio. La commedia italiana di Ivan Silvestrini ironizza la scuola in Italia dove per i peggiori studenti arrivano i peggiori professori.  Il film narra la vicenda di un liceo con il più alto numero di studenti bocciati alla maturità. Il preside, approvato decide di accettare la proposta del Provveditore: reclutare i peggiori insegnanti in circolazione selezionati dall’algoritmo ministeriale nella speranza che dove hanno fallito i migliori, possano riuscire i peggiori. Il cast è composto da Claudio BisioLino GuancialeMaurizio Nichetti e Rocco Hunt, che canta la canzone “Arrivano i prof”.

E’ un film leggero e divertente, dove non mancano battute nonostante una sceneggiatura a volte fuori luogo che tende a oscurare le vite degli studenti a favore degli adulti. Il regista ha, però, saputo tirar fuori la personalità di ciascun attore: di Claudio Bisio la simpatia, di Lino Guanciale una certa tenerezza mista a timidezza, di Maria di Biase la prorompente energia. “Arrivano i prof” è una sorta di fumetto in cui si predilige i colori forti, acidi che rende il racconto inizialmente mosso e ritmato ma poi eccessivamente episodico e caotico. I professori sono simpatici, ma le lezioni sono confusionarie, che invita sì a una scuola in cui si partecipi con il corpo e con la mente e in cui ci sia uno scambio umano fra gli alunni e gli insegnanti, ma senza insistere sui problemi dei reali luoghi del sapere.

Arrivano i prof, trama e trailer

Mentre (quasi) tutti festeggiano le promozioni all’esame di maturità, al liceo Alessandro Manzoni c’è grande preoccupazione: solo il 12% degli studenti è riuscito a conseguire il diploma.Il Manzoni ha un primato assoluto: è il peggior liceo d’Italia. Non sapendo più che soluzioni adottare, il Preside accoglie la proposta del Provveditore e decide di fare un ultimo, estremo, rischioso tentativo: reclutare i peggiori insegnanti in circolazione selezionati dall’algoritmo ministeriale nella speranza che dove hanno fallito i migliori, possano riuscire i peggiori. Obiettivo: avere almeno il 50% di promossi. Così l’Alessandro Manzoni rinnova il corpo insegnanti con sette professori veramente speciali, ciascuno dei quali segue un proprio progetto didattico rivoluzionario e un proprio personalissimo metodo di insegnamento. Con risultati disastrosi. Eppure i ragazzi del Manzoni cominciano a capire che sta accadendo qualcosa di grande e che a quello sgangherato e sconclusionato corpo docente importa davvero di loro, al di là dei programmi scolastici e delle note sul registro.


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