“Belli ciao” – Pio (Pio D’Antini) e Amedeo (Amedeo Grieco) sono amici fin dall’ infanzia trascorsa nel piccolo paese della Puglia che gli ha dato i natali. Il primo ad un certo punto si trasferisce a Milano dove si laurea in economia e fonda un suo istituto di credito, mentre il secondo resta al paese col sogno di diventare finendo soltanto per gestire un piccolo negozietto di articoli sanitari. Pio tornerà a casa dopo vent’anni per stanziare un finanziamento al fine di frenare l’emigrazione giovanile, accompagnato dalla sua fidanzata influencer (Lorena Cacciatore).
“Belli ciao”, recensione
Pio e Amedeo tornano al cinema a sette anni di distanza da “Amici come noi” e “Ma tu di che segno 6?” diretti da Gennaro Nunziante, che ha collaborato con loro anche alla sceneggiatura di questa commedia che in fin dei conti lascia una sensazione di incompiutezza. Eppure il film parte discretamente, con qualche accenno di satira che fa ben sperare (vedi la comunità di recupero per meridionali emigrati al nord) e qualche sorriso strappato in scioltezza. Poi però alla distanza non resta altra carne a cuocere che le differenze (e alcuni luoghi comuni) tra nord e sud, cortocircuito già sfruttato in passato dalla premiata ditta Nunziante-Zalone. Non possono bastare giochi come quello dello smog o del vertiginoso costo della vita a Milano. Lo script dal canto suo è abbastanza solido e credibile ma privo di particolari guizzi, capace di limitare al massimo le derive politicamente scorrette del duo comico protagonista. A questo proposito sorge più di un dubbio sul garbo imposto da Nunziante e che forse ha finito per depotenziare le caratteristiche peculiari di Pio e Amedeo.
Troviamo infatti una comicità che non sorprende, troppo ripetitiva, in un lungometraggio che comunque non raggiunge l’ora e mezza di durata. Manca il graffio che pure era lecito attendersi da Pio e Amedeo, che probabilmente avrebbe innescato il passaparola giusto per un successo al botteghino che dopo i primi due ottimi giorni di programmazione si è di fatto arrestato.
In seguito ad un’introduzione che vede Pio tornare al sud è Amedeo a fare il percorso inverso rappresentando di fatto l’elemento destabilizzante in un contesto per lui così alieno, in grado di far emergere più di un’ambiguità e di un’incoerenza. Il primo emigrando a Milano si è snaturato, atteggiandosi goffamente a milanese. Da tutto questo scaturiscono meno risate del previsto, per arrivare ad una morale che sostiene che è la solidarietà della comunità a fare la qualità del posto in cui si vive.
“Belli ciao” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 1° gennaio 2022.