“Blonde”, trama e recensione


“Blonde “ – Tutto parte dal romanzo omonimo a firma di Joyce Carol Oates e sulla stessa falsariga prosegue in un racconto dichiaratamente romanzato della vita di Norma Jean Baker diretto e sceneggiato da Andrew Dominik. Non vengono fatti i nomi di chi circonda Marilyn Monroe, che qui vediamo chiaramente scissa tra pubblico e privato in un racconto notevolmente prolisso pur se pieno di immagini curate e ammirevoli. L’attenzione e la voracità dei mezzi di comunicazioni di massa e dell’opinione pubblica affossano qui la parabola e la storia di una diva che viene raffigurata indifesa, succube e incapace di reagire alle ingiustizie subite. Sensualità e bellezza a parte stiamo parlando di una personalità molto articolata ma questo non traspare per lunghi tratti dell’opera di Dominik.

Impossibile non menzionare la prova intensa di una Ana de Armas in stato di grazia, autrice di una riproduzione certosina. Come anticipato non vengono espressamente nominati i mariti della Monroe Joe DiMaggio e Arthur Miller, qui interpretati rispettivamente da un Bobby Cannavale e da un Adrien Brody imprigionati in due personaggi caricaturali. In effetti ogni figura maschile che incrocia la strada della protagonista viene qui dipinta in maniera negativa, colpevole di maltrattamenti, violenze non soltanto fisiche, incapace di amare veramente. Non sono di nessun aiuto nemmeno le donne che circondano Marilyn, spesso invidiose e traditrici, incapaci di ascoltare i suoi sfoghi.

Blonde, l’idea di perfetta bellezza

La visione va affrontata tenendo bene in mente il concetto che non si tratta di un biopic vero e proprio, in quanto dietro Marilyn Monroe c’è qui un’idea di donna, una bellezza perfetta, l’ideale femminile per eccellenza. Che fiorisce dopo un’infanzia difficile, con due genitori che minano la sua stabilità con comportamenti irresponsabili, finendo per essere comunque la più desiderata anche se allo stesso tempo incapace di decidere per sé stessa e per il suo corpo idealizzato.

Ecco che emerge l’idea di Dominik di denunciare una condizione ancora attuale, di difendere la figura femminile oggi ancora tanto deturpata, così facilmente etichettata. Partendo dalle istantanee più celebri della Monroe il regista australiano ha giocato con la commistione tra il colore e il bianco e nero, tra il 4:3 e il 16:9, riproducendo la psicologia caotica di Marilyn senza un criterio sistematico vero e proprio. Arrivando anche a inscenare conversazioni con un feto che non possono certamente lasciare indifferente lo spettatore, così come altre scene altrettanto crude.

Dopo la presentazione all’ultima Mostra di Venezia, dove a fine proiezione ha raccolto quattordici minuti di applausi, “Blonde” è stato lanciato sulla piattaforma Netflix a partire dal 28 settembre 2022.

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