Daniel Craig grande mattatore al fianco di una bravissima Ana de Armas e di un cast di tutto rispetto in “Cena con delitto”, traduzione italiana discutibile del titolo originale “Knives out”.
Il film immerge lo spettatore nel genere giallo più classico, con una struttura tradizionale, ma allo stesso tempo sempre efficace. Eppure il “colpevole” (o meglio uno dei colpevoli) viene identificato già nella prima parte del film: è tutto ciò che gli sta intorno ad essere svelato man mano. Già questo è un indice importante della voglia di smontare alcune regole del genere e ricomporle a proprio piacimento.
Cena con delitto – Trama
Il ricchissimo scrittore ed editore Harlan Thrombey (Christopher Plummer) viene trovato cadavere nella sua casa di campagna con la gola recisa dopo la festa in famiglia per i suoi 85 anni. Tutto lascia pensare ad un suicidio, ma la vicenda non è lineare come sembra e a sbrogliare la matassa viene chiamato il detective Benoit Blanc (Daniel Craig). Tutti i parenti più stretti del defunto sembrano avere un movente e almeno tre di loro si dimostrano capaci di mentire. Poi c’è Marta (Ana de Armas), infermiera di Thrombey a lui molto legata e figlia di un’immigrata clandestina. L’indagine di Blanc verrà coadiuvata proprio dalla purezza di Marta, vittima di attacchi di vomito non appena è costretta a pronunciare una menzogna. Ed è proprio il suo personaggio uno dei punti di forza maggiori del film, la sua delicatezza e il suo carattere forte e fragile contemporaneamente.
Cena con delitto – Recensione
Il regista Rian Johnson, reduce dall’esperienza controversa di “Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi”, appare a suo agio e mette a punto un’opera divertente, che tiene alta l’attenzione sino al suo epilogo. Non rinuncia ad una certa vena ironica che irrora e smitizza con divertimento anche il personaggio dell’investigatore di grande fama interpretato da Craig. Notevole anche poter ammirare tutte insieme le star Jamie Lee Curtis, Toni Collette, Michael Shannon e Katherine Langford, l’Hannah Baker protagonista della serie di successo targata Netflix “13 Reasons Why”. La lente di ingrandimento sociale viene posta sulla società attuale americana, con diversi riferimenti graffianti all’immigrazione e alle differenti condizioni sociali ed economiche. Ma si tratta di una critica abbastanza circoscritta per lasciare ampio spazio al gusto di scoprire “come va a finire”, guidati da una certa leggerezza e da ritmi sostenuti. Ottima la caratterizzazione dei personaggi di quest’opera che si può definire corale, tutti importanti nell’apportare il proprio tassello al puzzle della verità ricercata per oltre due ore.
Nonostante i diversi film di questo filone già realizzati in passato (uno su tutti “Invito a cena con delitto” del 1976 diretto da Robert Moore), “Cena con delitto” riesce a ritagliarsi il suo spazio e il suo perché trasportando in maniera brillante Agatha Christie ai giorni nostri tra smartphone, Google e dirette streaming. E trovando il modo anche di citare il gioco da tavolo Cluedo e visivamente “La signora in giallo” e la serie “Il trono di spade”, con una composizione di tanti coltelli disposti a cerchio dietro una poltrona. Alcuni sono veri, altri posticci: proprio come la verità che, in “Cena con delitto” come nella vita reale, si mischia facilmente con la messa in scena.