Cobra non è, trama e recensione


Cobra non è, un noir molto crudo ma anche ironico che tanto deve a Tarantino e ai film degli anni ’70, ottimamente retto dal protagonista Gianluca Di Gennaro.

Cobra non è, trama

Cobra (Gianluca Di Gennaro) è un rapper in declino, uno di quelli che ha fatto il botto con una hit e successivamente fatica a mantenere accesa la luce dei riflettori su di sé. Si accompagna con il suo manager e grande amico Sonny (Federico Rosati) che assolda per lui l’acclamato produttore Lazy B (Matteo Baiardi), il quale pretende però ben 50 mila euro. Sonny e Cobra vanno a chiedere il denaro all’Americano (Nicola Nocella), criminale senza scrupoli che ordina loro di consegnare una valigetta in cambio.  Comincia così una sarabanda di clown, rom, ex nazisti, tossici, cinesi dai denti d’oro che in poche ore metterà in pericolo la vita dei protagonisti e quella di Angela (Denise Capezza), vecchia fiamma di Cobra.

Recensione

Primo lungometraggio da regista per il brindisino Mauro Russo, con alle spalle una storia di videoclip di successo. Per il suo esordio opta per un concitatissimo e intricato mix di noir, pulp  e splatter. Proprio i suoi trascorsi nel mondo della musica hanno presumibilmente favorito le illustri comparsate di Elisa e Max Pezzali che difendono con nostalgia la musica di una volta, Tonino Carotone e Clementino. La prima fonte plateale di ispirazione è Quentin Tarantino, come conferma il cartoon in pieno stile “Kill Bill” utilizzato per la sparatoria finale, tra l’altro ambientata in un campo caravan che ricorda “C’era una volta a…Hollywood”.

Cobra non è

Gianluca Di Gennaro come previsto regge benissimo questa prova da protagonista, tra l’altro cantando e scrivendo i testi delle canzoni della colonna sonora. Dalla bocca del suo Cobra, però, non esce nemmeno una nota per tutti i novanta minuti scarsi del film. Al massimo vediamo uno schermo televisivo che trasmette un suo videoclip girato tra le vele di Scampia. Addirittura il rapper non si abbandona al canto neppure nella scena finale, quando pure comincia a guardare in macchina mentre ascoltiamo una sua canzone.

Su tutto domina una narrazione con continui balzi avanti e indietro nel tempo nel quale è immersa un pletora di brutti ceffi. Personaggi crudi e grotteschi che pure fanno intravedere una patina di ironia specie sul finale. Come quando Clementino, nelle vesti di un poliziotto, continua a ripetere di non gradire la musica rap. Viene messo insieme un buon cast con ogni attore perfettamente nel suo ruolo e la mano ben visibile dell’illustre “consulente artistico” Ruggero Deodato, regista cult di polizieschi e horror come il controverso “Cannibal Holocaust”.

“Cobra non è” è disponibile gratuitamente per gli abbonati di Prime Video a partire dal 30 aprile 2020.


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