“Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto”


“Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto” –  Monica (Paola Cortellesi) è in carcere per colpa delle sue sorellastre gemelle Pamela (Valentina Giudicessa) e Sue Ellen (Alessandra Giudicessa), che non hanno perso il vizio e hanno nascosto il loro ultimo bottino nel suo locale. Pensa quindi di chiamare Giovanni (Antonio Albanese), con il quale la liaison è terminata ma che riesce a farle convertire la pena in lavori socialmente utili nella chiesa dove opera don Davide (Luca Argentero). Il caso vuole che nelle immediate vicinanze stia sorgendo uno spazio riqualificato proprio dal lavoro di Giovanni: come è facile intuire ciò causerà non pochi grattacapi a quest’ultimo.

“Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto”, recensione

Non è facile nel panorama cinematografico nostrano trovare una commedia che riesca a partorire un sequel. In questo caso gli oltre dieci milioni di euro di incassi del primo film e il favore della critica hanno ovviamente fatto la differenza. Riccardo Milani, regista e autore della sceneggiatura con Paola Cortellesi, Giulia Calenda e Furio Andreotti firma un’operazione valida e con un suo senso, che ai sorrisi accompagna piccole dosi di denuncia sociale. In questo caso, ad esempio, il prete si rivela più comunista del politico di sinistra, come sottolinea la stessa Monica, perché scende in campo in prima persona e conosce davvero la gente di borgata.

Questo secondo episodio rappresenta un’occasione per approfondire meglio una storia e dei personaggi che lo meritavano. Monica e Giovanni sono così diversi eppure accomunati da un’anima buona, da un’umanità che gli permette di sopravvivere come coppia ben più di un gatto in tangenziale. La recitazione della Cortellesi e di Albanese è piacevolmente misurata, essenziale, fatta di sfumature ormai perfettamente sincronizzate. E ciò è fondamentale, perché spesso gli interpreti risultano più forti delle trovate comiche.

Un sequel dal finale aperto più graffiante e che aggiunge spessore, anche se meno divertente e chiassoso; Milani con questa svolta tiene il tutto a galla in maniera intelligente. Il racconto dei disagi di periferia è fiero, diretto, senza strumentalizzazioni. E viene ritagliato anche uno spazio per citazioni illustri come quella di Shining o de “Il settimo sigillo”, per un messaggio edificante sull’inclusione, sulle differenze e sulla violenza sulle donne e per mostrare la bellezza dell’arte, del teatro e del cinema (in una piazza di Tor Bella Monaca si proietta “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” di Ettore Scola). Non è poco, per una commedia comica.

“Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto” è sbarcato nelle sale a partire dal 26 agosto 2021.

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