La carriera dell’attore teatrale Antonio (Antonio Albanese) non è mai decollata e il malcapitato si ritrova a sbarcare il lunario attraverso il doppiaggio di film a luci rosse. Comincia poi a tenere un laboratorio di recitazione della durata di sei giorni presso il carcere di Velletri, preparando con i detenuti la messa in scena di “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. L’avventura si presenta inizialmente complicata ma Antonio trova il modo di aumentare giorno dopo giorno la partecipazione e riesce a tirare fuori un potenziale notevole dal capitale umano a sua disposizione. Ecco destarsi quindi l’interesse di teatri importanti, che porterà ad una tournée da concludere all’Argentina di Roma.
Grazie ragazzi, recensione
Altro giro altro remake italico, questa volta del lungometraggio “Un triomphe” di Emmanuel Courcol, uscito nel 2020 e che riprendeva il documentario “Les Prissoniers de Beckett” di Michka Saäl. L’accoglienza dei primi giorni di proiezione è stata calorosa, con quasi 800 mila euro incassati: solo “Avatar – La via dell’acqua” (che abbiamo recensito qui) ha fatto meglio questa settimana.
Riccardo Milani ritrova Antonio Albanese dopo il dittico di “Come un gatto in tangenziale” in una commedia concepita per arrivare facilmente a qualsiasi tipologia di spettatore, trattando con leggerezza e semplicità una tematica molto delicata. La sua macchina da presa segue senza fronzoli in maniera naturalistica i protagonisti, con una discrezione che non compatisce mai i detenuti a braccetto con la sceneggiatura firmata insieme a Michele Astori (la quale ci mette del suo anche modificando il finale originale).
Se a guidare la narrazione c’è prevedibilmente un Antonio Albanese intenso e ricco di sfumature accanto a lui troviamo un cast all’altezza e in particolare i due detenuti interpretati da Vinicio Marchioni e Giacomo Ferrara. Il primo è un boss dentro per rapina, il secondo è giunto in Italia dopo uno dei tanti sbarchi in gommone. Sonia Bergamasco veste i panni della direttrice della casa circondariale e rende bene l’indifferenza e la freddezza di chi invece ricopre un ruolo che dovrebbe promuovere in maniera convinta determinata iniziative. C’è anche Fabrizio Bentivoglio, il collega attore di Antonio che gli procura il lavoro al carcere e anche un teatro in cui andare in scena.
Teatro che può rappresentare una nuova occasione, come i fratelli Taviani vincitori dell’Orso d’oro a Berlino insegnano (“Cesare deve morire”). La cultura e la bellezza possono giungere ovunque e a chiunque, proprio come cerca di fare Milani con questo lavoro, tra una sorriso e uno spunto di riflessione.
“Grazie ragazzi” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 12 gennaio 2023.