Un uomo felice – Nella regione dell’Alta Francia, più precisamente al Passo di Calais il sindaco conservatore Jean Leroy (Fabrice Luchini) insegue il terzo mandato consecutivo. Sua moglie Edith (Catherine Frot) gli rivela dopo tanti anni di voler però diventare uomo, portando il nome di Eddy e dei baffi finti. Sarà difficile per Jean farsene una ragione e scardinare schemi e convenzioni di una vita intera, proprio in prossimità delle elezioni. Il patto tra i due coniugi vorrebbe che la notizia fosse resa pubblica soltanto in seguito, ma alcune immagini di lei vestita da uomo che bacia lui vengono caricate on line facendolo additare come omosessuale.
Un uomo felice, recensione
Debutta in sordina ma rientra comunque nella top ten degli incassi settimanale del nostro botteghino l’ennesima commedia francese garbata e acuta. Quarto film per il regista Tristan Séguéla, che per questa occasione ha lavorato a braccetto con un consulente sull’identità trans, Gab Harrivelle, il quale gli ha consentito di restare equo e di sapere di cosa stava parlando. Il lungometraggio utilizza gag fisiche ed equivoci per distruggere i preconcetti e parlare di una tematica seria facendo sorridere e all’occorrenza anche emozionare. Di mezzo ci va pure una certa politica demagogica e ultraconservatrice che fa uso regolare della macchina del fango a discapito degli oppositori.
La riuscita dell’operazione deve molto, oltre che alla sceneggiatura di Isabelle Lazard e Guy Laurent, alla chimica tra i due attori protagonisti. Verità e misura nella recitazione accompagnano tempi comici perfetti, con l’esperto Fabrice Luchini che può definirsi un maestro a riguardo. Il suo Jean è il centro della narrazione, sulle cui spalle si ride e si innesca una trasformazione per lui inconcepibile. Viene messo di fronte ad un processo ormai compiuto, di cui il film non si preoccupa di raccontare niente anche se questo avrebbe permesso di dare maggior spessore anche al personaggio di sua moglie. Gran lavoro a questo proposito anche di Catherine Frot, che modifica la sua recitazione gradualmente per inscenare la metamorfosi di Edith.
Commedia attualissima, mai volgare, che inneggia alla tolleranza affondando i pregiudizi e utilizza un umorismo mai caricaturale per parlare della transessualità. Il film però si limita a galleggiare sulla superficie delle problematiche, si mantiene estremamente lineare edulcorando qualsiasi conflitto rendendolo talvolta inverosimile. Questo non vuol dire che manchi qualche riflessione ben instillata sui tempi che viviamo, un pensiero che sta comunque ben attento a non scontentare nessuno.
“Un uomo felice” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 9 marzo 2023.