Clemency – La guardia carceraria Bernadine Williams (Alfre Woodard) ha diversi anni di servizio alle spalle in un braccio della morte, con tutto il carico psicologico che questo lavoro comporta.Accade poi che nasce un rapporto particolare con un condannato alla pena capitale, Anthony Woods (Aldis Hodge), prossimo all’esecuzione nonostante si professi innocente.
Clemency, recensione
La regista di origine nigeriana Chinonye Chukwu fu nel 2019 la prima donna di colore a vincere il premio della giuria al Sundance Film Festival, con questo film che ha innanzitutto il merito di poter vantare una sceneggiatura di ottimo livello.
Che non è basata su una storia vera specifica ma tratta di una triste realtà legata ad una tematica pulsante come quella della pena di morte.Davanti ai nostri occhi si srotolano così poco più di cento minuti che cercano di trasmettere quanta più verità possibile, senza giochi di montaggio e con una colonna sonora minimale, fusa con i rumori del carcere.
Ambientato quasi sempre all’interno delle sue mura l’opera fornisce un suggestivo senso di claustrofobia, lo stesso che per accumulo subisce Bernadine.La Chukwu non va tanto per il sottile nel mettere a punto una messa in scena cruda, mostrando quella che per la protagonista è diventata quasi un’asettica routine.
Ma proprio quando pensi di aver visto tutto l’orrore è capace di far apparire una sua faccia nuova, l’ennesima, causando un nuovo turbamento al quale abituarsi.A tutto ciò si aggiunga la prova straordinaria di Alfre Woodard, vista recentemente in “The Gray Man” che abbiamo recensito qui; in questo caso avrebbe meritato quanto meno una nomination agli Oscar.
Straordinario è infatti il suo lavoro per sottrazione anche quando deve mostrare il punto in cui la goccia fa traboccare il vaso del suo personaggio, che troppo a lungo si è tenuto tutte le angosce dentro.C’è il punto di vista della guardia carceraria in primo piano e appena dietro quello del condannato a morte, un Aldis Hodge bravissimo nel comunicare le emozioni solo con lo sguardo.
Un film misurato, senza eccessi melodrammatici, che non piazza mai un dialogo in più di quello che dovrebbe e spesso lascia parlare invece i volti e le situazioni.I conflitti interiori della protagonista servono tra l’altro a evidenziare, come se ce ne fosse ancora bisogno, l’inutilità e la follia del punire un essere umano con la morte.
E le immagini hanno la forza di restare nella mente dello spettatore a visione ultimata, anche grazie ad un finale ben costruito.
“Clemency” è disponibile su Netflix a partire dal 12 luglio 2023.