<h3>Quasi 4 milioni di Euro di incasso e vittoria ai Golden Globe, successo per “Il ragazzo e l’airone” del Premio Oscar Hayao Miyazaki
Mahito ha dodici anni quando nel 1943 a Tokyo la Guerra del Pacifico è nel suo vivo.Perde la mamma e si trasferisce in campagna con suo padre Shoichi, che intanto ha sposato sua zia dalla quale aspetta un bambino.
Proprio quando l’adattamento sembra tremendamente complicato Mahito segue un airone fino a trovare una torre abbandonata e piano piano anche il suo posto nel mondo.
Il ragazzo e l’airone, recensione
Hayao Miyazaki aveva detto addio al grande schermo nel 2013, con l’uscita di “Si alza il vento”.Salvo poi decidere di tornare con questo film testamento alla veneranda età di 83 anni.
Il tutto nasce dai suoi ricordi infantili, ma anche dalla lettura di romanzi come “E voi come vivrete?” di Genzaburō Yoshino, con lo Studio Ghibli che questa volta non ha davvero badato a spese.E proprio nelle ultime ore è arrivato il Golden Globe per il miglior film d’animazione.
Un cinema che mette l’arte davanti a tutto il resto, incassi compresi, che sceglie di non fare promozione, né lanciare trailer.
In effetti questa scelta controcorrente riesce nel suo intento di incrementare l’interesse dello spettatore in un’epoca in cui tra contributi dal set e trailer lunghissimi si va al cinema sapendo già tanto di ciò che si sta per vedere.Un’operazione fuori dal tempo che non smantellerà certamente le dinamiche odierne di marketing ma che riafferma in maniera egregia l’animazione tradizionale che affronta temi importanti, che rappresenta un grande viaggio pieno di poesia e di immagini meravigliose.
Nel complesso una summa delle opere precedenti di Miyazaki in grado di arrivare a qualsiasi tipologia di spettatore, proprio come l’arte.L’infanzia vista con gli occhi di chi potrebbe essere il nonno di tutti, che qui forse ha l’unico neo di mettere troppa carne al fuoco, senza voler rinunciare a nulla comprimendo tutto in una durata contenuta di due ore e lanciando tante domande pur non azzardando risposte.
Un capolavoro di tecnica in cui domina il disegno a mano, in cui il computer interviene davvero con grande delicatezza, in cui ogni particolare è curato nei dettagli che ben giustificano i sette anni di lavorazione.Ancora una volta Miyazaki aveva qualcosa di importante da dirci con la sua arte e ci piace pensare che il suo lavoro non sia finito nemmeno questa volta.
“Il ragazzo e l’airone” è finalmente sbarcato nelle nostre sale a partire dal 1° gennaio 2024 e ha incassato già quasi quattro milioni di euro.