Il re di Staten Island, trama e recensione


Il re di Staten Island – Scott Carlin (Pete Davidson) e i suoi amici, più che ventenni, sono emblematici esponenti di una gioventù disadattata, millennial che cercano di darsi un tono tra stupefacenti e nullafacenza. In particolare Scott, orfano di un padre pompiere morto in servizio, ha pensato più volte di suicidarsi, guarda SpongeBob, ha il sogno di aprirsi un ristorante in cui fare tatuaggi e intrattiene una relazione unicamente a sfondo sessuale con la coetanea Kelsey (Bel Powley). A ventiquattro anni vive ancora a casa della mamma (Marisa Tomei), che dopo la partenza per il college dell’altra sua figlia (Maude Apatow) trova un nuovo compagno e mette fuori casa Scott, che quindi deve forzatamente cominciare a diventare grande.

Il re di Staten Island, recensione

Realtà e finzione si mescolano finemente in questo lungometraggio diretto da Judd Apatow (“40 anni vergine”, “Dick e Jane – Operazione furto”).  L’attore di stand-up comedy del Saturday Night Live, Pete Davidson, si mette in gioco come attore protagonista e sceneggiatore che condivide parte della sua biografia. E cioè il morbo di Crohn che lo affligge, una certa eccentricità ma soprattutto l’aver perso suo padre, che faceva il pompiere, nel corso dell’attentato alle torri gemelle dell’undici settembre 2001. Scott è tutt’altro che un figlio modello e maturo ma in fondo è ingenuo, ha un gran cuore, rende leggero qualsiasi disagio grazie alla sua ironia sarcastica. Nel corso delle due ore abbondanti di film crescerà ma solo in parte: se non altro intraprenderà il sentiero giusto per la sua vita.

Situazioni e dialoghi originali e brillanti, humour grottesco e cinico e l’interpretazione di Davidson sono certamente i pregi principali di un film per certi versi sorprendente. Ci aggiungiamo senza ombra di dubbio lo zampino mirabile di Steve Buscemi (tra l’altro un ex pompiere che nel 2001 lavorò come volontario a Ground Zero), in un universo di personaggi quasi tutti sopra le righe e disturbati, fatta eccezione per la sorella di Scott. Appare genuino e autentico il rapporto conflittuale tra quest’ultimo e il nuovo compagno della madre, interpretato da Bill Burr, anch’egli pompiere. Rapporto che permette al protagonista di esplicare il personale punto di vista sul dramma che ha vissuto, di dare voce al suo dolore e alle sue emozioni. Consigliato soprattutto a chi già apprezzava la comicità di Davidson ma non solo, il film evidenzia uno deciso step in avanti nella carriera di Apatow.

“Il re di Staten Island” è disponibile dal 30 luglio 2020 al cinema e in streaming on demand su Sky Primafila, Apple Tv, Chili, Google Play, Rakuten TV, TimVision, Infinity e Amazon Prime Video.

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