Il regno – Dopo essere stato abbandonato dal padre in tenera età Giacomo (Stefano Fresi), quarant’anni, viene chiamato dall’avvocato Bartolomeo Sanna (Max Tortora) per la lettura del testamento del genitore. Scoprirà così che quest’ultimo ha creato un regno che ha condotto per un trentennio, fermando il tempo all’anno Mille. Imponendo di conseguenza il rifiuto della modernità e un modello economico fondato sul baratto per combattere la delinquenza. Secondo quanto scritto nel testamento tocca a Giacomo ora ereditare il regno e la sua guida. L’uomo accetta il compito dopo qualche titubanza, in quanto è solo e ha bisogno di una famiglia che imparerà a difendere.
Il regno, trama e recensione
Lungometraggio di esordio per il trentaduenne Francesco Fanuele, che firma la sceneggiatura insieme a Stefano Di Santi (“La prima pietra”) dopo aver lanciato qualche anno fa “Il regno” anche nelle vesti di attore sotto forma di cortometraggio, all’atto di diplomarsi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Dopo un timido inizio con qualche spunto comico alla “Non ci resta che piangere”, che sfrutta il meccanismo del linguaggio desueto, il film mostra di non essere una commedia nel senso puro del termine, ma nemmeno un’occasione sfruttata per fare satira o critica di costume. Sembra volerci provare sul finale toccando tematiche come l’omosessualità, l’accoglienza dello straniero e il pagamento delle tasse ma lo fa senza troppa convinzione e con un pizzico di qualunquismo.
Stefano Fresi appare a proprio agio nel ruolo di Giacomo, autista di un bus di linea che dalla solitudine cittadina passa alla solitudine del regnante, almeno inizialmente. Se suo padre aveva scelto di essere un re austero e distaccato, infatti, lui decide di stare in mezzo al popolo e di esserne amico. Accanto a lui un Max Tortora che interpreta un avvocato spiritato, che vorrebbe far fuori tutti i sudditi e smontare il baraccone eppure deve prodigarsi nel facilitare l’ambientamento del nuovo re.
Il film parte da una buona idea di fondo, da un plot accattivante che però langue, rendendolo poco incisivo e facendolo perdere in un ritmo troppo blando. Eppure c’erano tutti i mezzi per osare di più, vedi la fotografia di Gherardo Gossi e i costumi di Eva Coen. O per realizzare un’opera più sbilanciata verso il comico, cosa che la trama permetteva. Così si resta invece a metà strada, pur dovendo evidenziare l’ottimo spunto di Fanuele nel concepire il soggetto e nel dirigere adeguatamente cast e macchina da presa.
“Il regno” è disponibile dal 26 giugno 2020 in streaming on demand su Rakuten, Infinity, TimVision, Google Play, iTunes e su Sky Prima Fila.