“Il sesso degli angeli” – Nonostante i suoi tentativi di attrarre anche i più giovani nella sua chiesetta di Firenze, don Simone (Leonardo Pieraccioni) continua a dire messa davanti ad una sparuta platea anziana. Tanto per non cambiare ad aiutarlo c’è l’attempato sacrestano Giacinto (Marcello Fonte). Quando Don Simone viene a sapere di aver ricevuto in eredità dallo zio Waldemaro (Massimo Ceccherini) una redditizia attività in quel di Lugano ci si trasferisce con lui pensando di poter trarne capitali per la sua chiesa malandata. Il problema è che scoprirà di essere proprietario di una casa di tolleranza gestita da Lena (Sabrina Ferilli) e piena di ragazze al suo servizio. Naturalmente a questo punto si pongono per lui chiari dilemmi etici, con soli sette giorni a disposizione per risolverli: tale è il limite di tempo imposto dallo zio defunto per l’accettazione dell’eredità.
“Il sesso degli angeli”, recensione
A quasi trent’anni dall’esordio con “I laureati” Leonardo Pieraccioni si conferma un simpatico e onesto artigiano del cinema italiano, magari qualche volta oltrepassando il confine del garbo ma dimostrando sempre mestiere e capacità di farsi adottare dal pubblico. In questa occasione l’efficacia di gag e battute non corrisponde quasi mai però a quel salto di qualità che ci si aspetterebbe in termini di spessore e riflessioni. Il Pieraccioni regista, poi, non rinuncia alla tentazione di sfruttare inquadrature dettagliate dei corpi femminili ben in vista anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
A scompaginare trama e situazioni più che lineari irrompe ancora una volta l’esilarante e folle Ceccherini, il cui personaggio omaggia quel Francesco Nuti grande autore di quel tipo di commedia che non c’è più. I paragoni sono sempre antipatici ma c’è da evidenziare come oggi sia davvero difficile ammirare un punto di vista fuori dagli schemi, illuminante. Pieraccioni ci prova anche a tirarlo fuori, coadiuvato nella sceneggiatura da Filippo Bologna (“Perfetti sconosciuti”), con un cortocircuito di sacro e profano che mette in crisi il suo don Simone. Ma ben presto ogni questione viene dribblata troppo semplicisticamente e rapidamente, pure dove la leggerezza potrebbe invece allentare un attimino la presa pur senza penalizzare troppo la comicità. Anche alle ragazze che intende redimere, per intenderci, il prete riserva unicamente qualche frase retorica.
Altro punto dolente la mancata profondità dei personaggi, che ingabbia gli interpreti e appiattisce il risultato finale. Con il numero di film alle spalle e l’età che ha, al buon Leonardo gioverebbe forse spingersi a pungere di più continuando a fare la commedia che ha ampiamente dimostrato di saper fare, con buon ritmo e divertimento assicurati quasi sempre.
“Il sesso degli angeli” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 21 aprile 2022.