La caduta – Un film al giorno fino al Giorno della memoria


La caduta – Un film al giorno fino al Giorno della memoria

Gli ultimi giorni della vita di Adolf Hitler, dal 25 al 30 Aprile 1945. Con gli alleati da una parte e i Russi dall’altra, la guerra è irrimediabilmente persa. Ma il Fuhrer, ormai completamente impazzito, continua a dare ordini a battaglioni e divisioni ormai spazzate via. Deciso a non cadere vivo in mano ai russi, lui e Eva Braun prima inghiottono una pillola di cianuro per poi spararsi un colpo alla testa reciprocamente.

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Perché inserire un film come “La Caduta. Gli ultimi giorni di Hitler” nei film sulla Shoah? Perché se il film (che consiglio vivamente) non ha nulla a che fare con l’Olocausto e la soluzione finale (almeno non direttamente), bisogna considerare le critiche piovute sul film da parte dell’intera comunità ebraica americana.

Questo perché Bruno Ganz (Adolf Hitler), in un’intervista qualche giorno prima della prima, disse “Con questo film abbiamo voluto rendere Hitler un essere umano”. La frase, completamente scollegata dal contesto, fu presa alla lettera. Il film venne etichettato come un elogio di Hitler e di tutto il Nazionalsocialismo. Infatti il Fuhrer, Himmler e tutto l’entourage Nazista si sentono le vittime della situazione. Addirittura Magda Goebbels, disperata, pur di non far vivere i suoi figli “In un mondo senza il Fuhrer e senza il Nazionalsocialismo” uccide tutti i suoi figli (l’ultimo di neanche sei anni).

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Ma in realtà La caduta e tutt’altro. Ganz riesce ad umanizzare Hitler senza però renderlo simpatico. Sono delle vittime? Dal loro punto di vista si. Il mondo è sbagliato e il male ha sopraffatto la razza pura e perfetta. Infatti la frase di Ganz era riferita al fatto che ormai Hitler fosse diventato una specie di stregone maestro dell’occulto in grado di evocare demoni e non morti. Basti pensare alla saga di videogiochi “Wolfenstein” o i fumetti della serie Hellboy.

Per concludere. Perché un errore che non si deve commettere, di fronte a questa tragedia, è quello di farsi scudo. Diverse volte la comunità ebraica, con la scusa dell’antisemitismo, ha fatto il comodo suo. E il boicottaggio di questo film né è un esempio lampante.

Curiosità: il film viene comunemente chiamato “La caduta di Hitler”. Hirschbiegel si è sempre arrabiato per questo scambio, in quanto un titolo del genere, a suo avviso, fa pendere la bilancia troppo in favore “del mostro umano che era Adolf Hitler”.

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