La Missy sbagliata, trama e recensione


La Missy sbagliata – Appena lanciata da Netflix, la commedia diretta da Tyler Spindel con protagonista una Lauren Lapkus svitatissima e inarrestabile è già in cima alla top ten dei prodotti più visti.

La Missy sbagliata, trama

Tim Morris (David Spade) e Melissa alias “Missy” (Lauren Lapkus), una svitata che gira con un coltellaccio in borsa, vivono il loro appuntamento al buio in un bar con esiti tragicomici. Successivamente nel più classico degli incontri “casuali”, Tim va a sbattere in aeroporto contro un’omonima che sembra questa volta essere davvero la sua anima gemella. Capita però che quando si tratta di invitare quest’ultima ad un evento aziendale in un’isola paradisiaca lui sbagli il destinatario degli sms e si ritrovi in compagnia delle Missy sbagliata. Saranno per Tim giorni rocamboleschi e movimentati, che però gli faranno capire che a volte l’amore è diverso da come lo si immagina.

Recensione

“La Missy sbagliata” lascia poco all’immaginazione cercando qualche facile scorciatoia, battute e mimica a sfondo sessuale in primis, per suscitare la risata grassa andando in un paio di occasioni oltre il buon gusto. Si sente forte e chiara l’eco della commedia sandleriana, che pure spesso e volentieri si spinge ancora più in là a riguardo. Non a caso è Adam Sandler con il suo studio “Happy Madison” a produrre questo lungometraggio, in cui compare anche la moglie Jackie. Il protagonista di “Jack e Jill” ha tra l’altro in essere un contratto di esclusiva con Netflix. Un attimino esagerate appaiono le gag fisiche, con la Lapkus e lo stesso Spade che precipitano da altezze importanti pur restando illesi. Riescono a strappare risate anche le figure di contorno come quelle impersonate dal mutilato Rob Schenider e da Nick Swardson, collega di Morris che scopre puntualmente le password utilizzate da quest’ultimo e spia costantemente la sua vita privata.

Lauren Lapkus, la Susan Fisher di “Orange is the new black”, surclassa David Spade che lavora maggiormente in sottrazione anche grazie alle consegne del copione. Il personaggio di Missy valorizza le sue doti e le consente una performance vulcanica di molto sopra le righe. Riemerge in questa occasione il suo passato nella stand-up comedy, al cospetto di un personaggio maschile che come detto lo script vuole troppo remissivo anche in termini di comicità.

La morale di base, per quanto fievole, investe forma e sostanza sbilanciandosi alla fine dalla parte della seconda. Comunicando allo spettatore che, almeno in amore, si attraggono inizialmente più i simili che gli opposti, che però sono quelli destinati a stare meglio insieme. Tra una competenza medica e l’altra sbandierata a ogni piè sospinto lo spettatore presto o tardi empatizzerà e tiferà per la Missy sbagliata. Nonostante in mezzo a tutto questo ci sia la vistosa differenza di età tra i due protagonisti, prevista dalla sceneggiatura di Kevin Barnett e Chris Pappas. Da questo tipo di commedie non ci si aspetta di più in termini di trama e sviluppo, quel che conta è che qualche risata “La Missy sbagliata” la porta a casa senza sbracare eccessivamente.

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