Da Giovedì 18 aprile a sabato 20 aprile in bilico stato con Selene D’Alessandro e Bruno Petretti
drammaturgia e regia Francesca Paola Scancarello
una produzione OffBeat Teatro
botteghino
20:00
spettacoli
21:00
ingresso
12 euro intero
8 euro ridotto
@ TEATRO LO SPAZIO
Via Locri 42/44 – Roma
La compagnia OffBeat Teatro presenterà a Roma lo spettacolo teatrale “In bilico Stato”.
La pièce, con Selene D’ Alessandro e Bruno Petretti, regia e drammaturgia di Francesca Paola Scancarello ha debuttato a Benevento lo scorso mese di ottobre e prosegue con successo il suo tour.
“In bilico Stato” sarà in scena giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 aprile alle ore 21, presso il Teatro “Lo Spazio”.
Argomento dello spettacolo teatrale è la precarietà del lavoro. Un tema sviluppato non solo in riferimento alla crisi che vivono i trentenni disoccupati che vorrebbero uscire dalla vita “in famiglia” per trovare la propria indipendenza, ma anche prendendo in considerazione il dramma quotidiano di coloro che si trovano senza alcuna prospettiva occupazionale, dopo aver perso il posto di lavoro ed aver superato gli “anta”.
In tal senso, fondamentale per la costruzione di “In bilico Stato” sono stati gli incontri che la regista e autrice, assieme ai due attori protagonisti, hanno avuto quest’estate con i lavoratori dei Consorzi Rifiuti del Sannio, esempio diretto di un dramma che deriva dalla crisi del periodo.
“In bilico Stato”, dunque, ripercorre in chiave tragicomica il dramma che lacera le persone: uomini e donne che si trovano, loro malgrado, protagonisti di una storia ritagliata nel nostro tempo.
Sinossi
In bilico, in equilibrio instabile e precario…
Ugo vive questo presente e gli tocca in sorte il cortocircuito di una quotidianità che lo sfida a diventare un uomo e un lavoratore con poche certezze. Compie il suo viaggio. Si lascia alle spalle sua madre, va a vivere a casa di un suo amico e incontra Marta che si divide fra due lavori per arrivare a fine mese. Abita e si confronta con lei sperimentando un presente che lo coglie impreparato e lo travolge con tragicomiche e improvvise virate.
Nell’apnea della crisi, Ugo e Marta vivono In bilico stato. Il loro è un destino sospeso che si ostina ad avere un futuro.
Note di regia
Un attore, un collant, una valigia e una scala. In bilico Stato comincia così, circa due anni fa, durante un’improvvisazione. Ugo, questo il nome del personaggio nato quel giorno, si è trasformato presto in un corto teatrale centrato sulla difficoltà dei trentenni di uscire dalla famiglia con la prospettiva di un futuro a progetto. Da quel momento il tema della precarietà del lavoro è entrato in un laboratorio costante, nel cantiere della scrittura e nella quotidianità delle nostre vite.
Poi la Storia ha sorpreso tutti. Con la crisi il mondo è cambiato ed è mutato anche il lavoro che, per chi riesce a trovarlo, assume spesso la fisionomia di un percorso obbligato di perdita di sé. Si è fatta quindi pressante la necessità di uno sguardo più ampio per raccontare storie di persone che, in questa epoca di crisi, escono di casa, cercano di costruire un futuro e perdono il lavoro, a volte anche in età matura.
In questo percorso è stato di fondamentale importanza incontrare i lavoratori dei consorzi della raccolta differenziata della città di Benevento, uomini e donne che, pur avendo contratti “a tempo indeterminato”, finita l’”emergenza rifiuti”, si sono ritrovati da un giorno all’altro senza lavoro. Le loro storie, rielaborate per lo spettacolo nella vicenda di Peppe, il papà di Marta, raccontano cosa sia la crisi all’interno del tessuto familiare, che cosa significhi come figli, come padri, come madri vivere la quotidianità in questo momento storico, all’interno delle mura domestiche in spazi molto angusti dove la vita comunque accade.
Le statistiche dicono che ad essere più colpiti dalla crisi sono uomini e donne tra i 20 e i 50 anni, il periodo dell’esistenza in cui la potenza vitale tocca il suo apice. Finito il momento della formazione e fuori dalla famiglia, si dovrebbe lavorare, essere creativi, pro”creare” e finalmente dare forma al proprio destino. In questo presente ci si ritrova, invece, a vivere in spazi grandi come un cannolicchio, avendo una potenza di vita enorme.
Di tutto questo parla in chiave tragicomica In bilico Stato, del dramma che lacera le persone, uomini e donne che in mezzo a questa Storia vivono il nostro tempo. Lo spettacolo è un modo per domandare a noi stessi e agli altri: e la nostra vita dov’è? Noi dove siamo? E le istituzioni dove sono? Forse rincorrono la Storia anche loro senza sforzarsi di proporre valide alternative al sacrificio delle nostre esistenze e della nostra potenza di vita.
In bilico Stato è la condivisione di questi interrogativi con altri, un gesto politico, un modo di partecipare alla vita della città, di qualunque polis in cui queste storie, al di là del teatro e in tutta la loro forza prorompente, accadono.