L’Amica Geniale: fedeltà al testo o limite narrativo?


L’opera televisiva L’Amica Geniale, tratta dalla celebre quadrilogia di Elena Ferrante, ha diviso il pubblico e la critica. Se da una parte ha raccolto elogi per la fedeltà al testo e la cura estetica, dall’altra c’è chi non esita a manifestare delusione.

L’Amica Geniale, la fedeltà al testo: pregio o difetto?

Uno dei punti più controversi della fiction, ideata da Saverio Costanzo e dallo stesso inizialmente diretta, è proprio la sua fedeltà alla narrazione letteraria. Se per molti è stata un elemento di forza che ha permesso di tradurre visivamente la complessità e la profondità dei romanzi della Ferrante, per altri è stato il suo tallone d’Achille. La scelta di rimanere così ancorati al testo ha ridotto la possibilità di interpretazione visiva, lasciando poco spazio all’immaginazione dello spettatore.

La voce narrante, onnipresente, racconta minuziosamente ogni dettaglio, togliendo respiro alla trama e lasciando poco margine alla suggestione. Questo approccio, per alcuni, ha appesantito il ritmo narrativo, rendendo la visione della fiction più simile a una lettura obbligata che a un’esperienza visiva autonoma.

Il primo capitolo: un’eccezione luminosa

C’è però un consenso generale su un punto: il primo capitolo della fiction, quello che racconta l’infanzia di Lenù e Lila, è stato il più riuscito. Le due giovani attrici, nonostante fossero al loro esordio, hanno saputo regalare autenticità e freschezza ai personaggi. Anche il ritmo della narrazione, in questa fase iniziale, sembrava più vivace, con un equilibrio tra racconto e immagini che è andato via via perdendosi nei capitoli successivi.

Questo giudizio riflette in parte il sentimento verso la quadrilogia letteraria: per molti lettori, infatti, L’Amica Geniale Vol.1 è il volume più avvincente; l’entusiasmo tende poi a calare con il progredire della storia.

Un limite visivo

La forza del cinema e della televisione risiede nella capacità di mostrare, di evocare sensazioni attraverso immagini potenti e significative. Nel caso di L’Amica Geniale questa forza visiva sembra mancare. Le immagini accompagnano il racconto, ma raramente riescono a trascendere, a trasmettere emozioni senza l’ausilio delle parole. La narrazione rimane legata al testo scritto e nel farlo sacrifica il potenziale visivo che una storia così intensa avrebbe potuto offrire.

La fiction L’Amica Geniale è piaciuta? Il dibattito resta aperto

La fedeltà al testo è davvero un pregio assoluto in una trasposizione cinematografica? Per alcuni, sì. Per altri è un limite che soffoca la creatività e l’autonomia dell’opera. L’Amica ha conquistato molti spettatori, ma ha lasciato perplessi tanti altri. Il dibattito resta aperto, e forse, è proprio questo il segno di un’opera che continua a far parlare di sé, nel bene e nel male.

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