Londra, fine del 1800. Nel quartiere di Whitechapel avvengono die brutali omicidi a danno di alcune prostitute. L’ispettore Abberline si occupa delle indagini sul misterioso serial Killer, chiamato dalla stampa Jack lo Squartatore. Ben presto l’ispettore si imbatterà in una storia ben più inquietante.
Aggiungere altri particolari alla trama del fumetto di Alan Moore e Eddie Campbell sarebbe rischioso. Perché vorrebbe dire rivelare particolari di una storia semplicemente fantastica. Pubblicati in dieci numeri fra il 1991 e il 1996, raccolti poi in volume nel 1999. In Italia la serie uscì solo nel 2005, quattro anni dopo l’omonimo con Johnny Depp.
From Hell è, per stessa ammissione di Moore, ispirato alla teoria dell’inglese Stephen Knight. Il libro, che ha avuto una notevole visibilità, soprattutto dopo l’uscita del film, teorizza che i delitti facessero parte di una cospirazione riguardante la nascita di un figlio illegittimo del principe Alberto Vittorio. Moore che, in appendice dell’edizione in volume, ha scritto di non aver mai preso alla lettera la teoria. Tuttavia gli sembrò un punto di partenza ottimale perla sua storia. Soprattutto per analizzare l’impatto che dei delitti così inquietanti ebbero sulla società dell’epoca.
A dimostrazione della volontà degli autori di rendere la loro storia credibile il più possibile, Moore e Campbell si documentarono molto sia sui fatti che sulla Londra dell’epoca. Non a caso From Hell contiene più di quaranta pagine fra note, indicazioni e referenze. Tutte loro indicano quali fatti sono scaturiti dalla fantasia di Moore, quali dal libro di Knight e quali si basano su avvenimenti realmente accaduti. Questi ultimi rigorosamente accertati.
Le annotazioni sono seguite da un epilogo a fumetti in cui Moore e Campbell avanzano alcune ipotesi sui reati commessi lasciando intendere però che probabilmente, anzi quasi sicuramente, la vera identità di Jack sarà per sempre un mistero.
Curiosità: il film del 2001 è, come tutte le trasposizioni cinematografiche dei suoi fumetti, odiata dall’autore che ha disconosciuto il lavoro. E, vista la qualità del film, ha pienamente ragione.
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