“Lo sciame” – Virginie (Suliane Brahim) vive sola con i suoi due figli Laura (Marie Narbonne) e Kevin (Victor Bonnel) in una fattoria dove alleva cavallette al fine di produrre e vendere farina. L’insuccesso del suddetto allevamento e i conti in rosso fanno perdere il lume della ragione alla donna, che quando scoprirà che facendo mangiare del sangue alle cavallette queste si moltiplicano esponenzialmente non esiterà ad immolarsi in prima persona. Il sacrificio finirà però per includere anche il rapporto con la sua famiglia.
Lo sciame, recensione
Da questo lungometraggio diretto da Just Philippot, che era stato scelto per Cannes 2020 e ha vinto diversi premi in giro per il mondo, ci si aspetta in partenza un andamento diverso da quello che poi viene rivelato. Questo principalmente a causa di una comunicazione fuorviante, tesa ad invogliare alla visione con promesse che restano disattese.
Fondamentalmente succede davvero troppo poco e quel poco che succede non ha la tensione né il ritmo di un thriller né genera la paura che dovrebbe generare un horror, anche stando a quanto reclamizzato da Netflix. “Lo sciame” resta insomma un film bucolico drammatico, realizzato anche discretamente, che poteva certamente mettere meglio a frutto l’idea di base. Per esempio rendendo più minacciose le cavallette assetate di sangue, anche se in fin dei conti gli autori volevano evidentemente raccontare altro e cioè determinate difficoltà familiari. E anche la durezza delle fatiche agricole, che spesso danno meno di quanto richiedono. Ciò viene reso con maggiore effetto alle nostre latitudini, dove il consumo alimentare di insetti è una strada raramente battuta. Ogni tanto però fanno comunque capolino scene di una certa crudezza, a testimoniare anche l’intenzione di tenere il piede in più scarpe.
Non convince come dicevamo la stasi della narrazione e nemmeno il finale incapace di sorprendere. Una nota di merito va invece alle attrici protagoniste, con una Suliane Brahime inquietante nell’interpretazione di un personaggio che si immola per il suo allevamento, così come Marie Narbonne sa rendere brillantemente il turbamento di una giovane figlia destabilizzata dalle condizioni in cui vive e dai comportamenti di sua madre. Valeva la pena in fin dei conti investire maggiormente il film del rapporto tra le due, prevedendo per loro una parabola compiuta a livello sia drammatico che psicologico. Così, invece, si finisce per tifare soltanto per le cavallette che mietono meno vittime di quanto desidereremmo.
“Lo sciame” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 6 agosto 2021.