“Nessun nome nei titoli di coda”, trama e recensione


“Nessun nome nei titoli di coda” – Antonio Spoletini lavora a Cinecittà dagli anni ’50 ed è nato nel 1937, proprio quando furono fondati i celebri studi cinematografici romani. Anzi, qualche mese prima. Dirige un’importante agenzia di casting e si occupa di tutto quanto riguarda comparse e figurazioni. Persone che, appunto, non compaiono nei titoli di coda ma che Spoletini sceglie una per una con maestria ed estrema cura. Il suo saper individuare il volto giusto per ogni situazione lo ha portato a lavorare anche con Federico Fellini, che ricorda con grande affetto. Fa un lavoro per niente facile, soprattutto quando i figuranti presenti in un’inquadratura sono in gran numero e non bisogna piazzare nemmeno una faccia fuori dal tempo e dal contesto del film.

“Nessun nome nei titoli di coda”, recensione

Osserviamo Spoletini gestire i numerosi cardinali utilizzati da Fernando Meirelles nel film “I due papi” (che abbiamo recensito qui), tra una complicata pausa pranzo e un sorriso con Anthony Hopkins. Lo vediamo girare per gli studi con in braccio un busto di Fellini, col quale lui e i suoi fratelli hanno anche recitato piccoli ruoli in “Roma”. Dona la sceneggiatura di “Gangs of New York” all’attore protagonista di “Dogman” Marcello Fonte. Chiacchiera con Pupi Avati durante la preparazione di una scena de “Il signor Diavolo”. Proprio il regista bolognese stesso ha detto di “Nessun nome nei titoli di coda”: “Un lavoro prezioso, mi ha molto colpito, a tratti commosso. Mi auguro lo vedano in tanti”. Racconta tutto quanto è accaduto dentro Cinecittà alle comitive di stranieri che arrivano in visita agli studi. E poi lo vediamo uscire in strada, nelle periferie a individuare le giuste persone di diverse nazionalità che fanno al caso suo. Il fil rouge è la ricerca ostinata di Spoletini Cerca della pizza con la pellicola del film “Roma” da lasciare in eredità ai suoi nipoti.

Un pezzo importante di storia di cinema italiano e di cinema internazionale girato a Roma raccontato attraverso una personalità forte e carismatica, con qualche intermezzo di vita privata assai dilatato che rallenta il ritmo. Un documentario, raccomandato ai più o meno cinefili, che dona il giusto rilievo anche alle maestranze che svolgono un lavoro fondamentale pur restando nell’ombra, come giustamente ha osservato l’Associazione dei registi e delle registe della Catalogna che gli ha assegnato un premio. Nei titoli di coda compaiono per una volta tutte le comparse immortalate mentre sono in procinto di girare le loro scene.

“Nessun nome nei titoli di coda” è disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 23 dicembre 2020.

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