“Nomadland”, trama e recensione


Nomadland – Fern (Frances McDormand) viveva ad Empire in Nevada prima di perdere il lavoro e suo marito Bo. La donna decide di caricare tutte le cose sue e di Bo sul suo van e di trasformarlo in una casa viaggiante. Per farlo si guadagna da vivere con lavori temporanei come quello nel centro di smistamento Amazon. Alla sua età e nel bel mezzo di una grande crisi economica non può e non vuole fare diversamente.

“Nomadland”, recensione

“Nomadland” è uno dei film che nell’ultimo anno ha fatto più incetta di premi prestigiosi, dal Leone d’oro a Venezia agli ultimi Golden Globes (Miglior regia e Miglior film drammatico). In attesa di dirigere il film sugli Eterni per la Marvel la regista cinese Chloé Zhao raccoglie consensi con quest’opera che ci mostra un’America en plein air, dagli spazi sconfinati abitati da nomadi che fanno comunità e si aiutano a vicenda colmando le lacune del welfare statale. Detto questo, il personaggio protagonista compie una scelta di vita anche per altre ragioni; scappa da una dimora fissa quando potrebbe averla così come da una potenziale nuova relazione. Pensa solo a lavorare e ad aiutare chi incrocia la sua strada. Zhao ci fa entrare nel suo mondo con un taglio quasi documentaristico, con una tensione narrativa costantemente allentata, uno script scarno,  piazzando una accanto all’altra (in questo film è anche montatrice oltre che sceneggiatrice) brevi scene di routine quotidiana. Fino alla svolta piena di punti interrogativi che Fern imprime alla sua vita, che giunge quasi inaspettata vista la sua risolutezza.

Tutto parte dall’adattamento del libro “Nomadland – Un racconto d’inchiesta” della giornalista Jessica Bruder e si incentra inizialmente sulle piaghe della disoccupazione e del lavoro a tempo determinato, senza autocommiserazione. L’utilizzo di nomadi reali aggiunge autenticità e mostra le corde di un sogno americano spesso soltanto platonico. Ferma restando la precisa scelta di quelli che vengono definiti pionieri, in quanto sfuggono ai dettami della cultura occidentale per vivere la vita che più desiderano.

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Disponibile su Amazon

Le musiche del pianista torinese Ludovico Einaudi tanto aggiungono alla poesia del film. L’intensità misurata dell’interpretazione di Frances McDormand, due volte premio Oscar, è la vera marcia in più di un lungometraggio che ci parla di natura, solidarietà, avventura, sopravvivenza ma soprattutto di libertà. Perché la sua Fern non è “homeless”, termine che riguarda gli affetti e il nostro posto nel mondo, ma soltanto “houseless”.

“Nomadland” sarà disponibile nel nostro paese in streaming su Star della piattaforma Disney+ a partire dal 30 aprile 2021 oltre che, si spera, nelle sale cinematografiche che nel frattempo dovrebbero aver riaperto.

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