Perché non bisogna perdersi l’esordio alla regia di Bisio: trama e recensione de “L’ultima volta che siamo stati bambini”


L’ultima volta che siamo stati bambini – Roma, 1943. Quando il piccolo Riccardo, di razza ebrea, viene deportato con la sua famiglia i suoi amici di soli dieci anni Vanda (Carlotta De Leonardis), Italo (Vincenzo Sebastiani) e Cosimo (Alessio di Domenicantonio) si mettono in viaggio verso la Germania per riportarlo a casa. Dietro di loro per recuperare il gruppetto partono anche suor Agnese (Marianna Fontana), particolarmente legata a Vanda, e il fratello di Italo, il militare fascista ferito Vittorio (Federico Cesari).

L’ultima volta che siamo stati bambini, recensione

Battesimo della regia per Claudio Bisio, che insieme a Fabio Bonifacci (Genitori vs Influencer”, che abbiamo recensito qui) adatta con opportuni cambiamenti il romanzo omonimo di Fabio Bartolomei. Un esordio che ha luogo perché l’attore di origini piemontesi ha qualcosa da dire attraverso la favola poetica di alcuni bambini che con la loro amicizia si dimostrano anni luce davanti ai grandi. Ne viene fuori un lungometraggio adatto a tutta la famiglia ma onesto e sentito, che cerca una sua via originale e un messaggio quanto mai attuale in tempi di guerre su più fronti.

Si ride e ci si emoziona genuinamente, si ritorna bambini capaci di stupirsi e comprendere lucidamente quanto questo mondo sarebbe migliore se ci mettessimo tutti un po’ del loro cuore. Tutto questo ad ottanta anni di distanza dal rastrellamento del ghetto di Roma, che vide centinaia bambini deportati. Sarebbero errori che, specie sulla pelle dei più piccoli, l’umanità non dovrebbe commettere più; ma, specie a sentire le cronache di questi giorni, non sembra così scontato come dovrebbe essere.

Questo viaggio consente ai piccoli protagonisti di crescere e conoscersi ancora più nel profondo, con le loro anime ancora incontaminate. Accade un po’ lo stesso a Vittorio e suor Agnese, la cui priorità è proteggere rispettivamente Vanda e Italo devoti uno alla divisa e l’altra alla fede. Bisio compare nei panni del papà di Italo in un ruolo di servizio, facilitando generosamente l’emergere del talento dei tre bambini protagonisti. Questi ultimi sono autori di un’interpretazione brillante e molto ben amalgamati fra loro.

Ottima anche l’intesa tra Marianna Fontana e Federico Cesari, che dà luogo a conflitti e confronti molto interessanti. Non era facile per Bisio percorrere un sentiero già ampiamente battuto senza incappare nel già visto eppure la missione viene compiuta rifuggendo la retorica e dosando in maniera apprezzabile divertimento ed emozione. La sua prima prova da regista, pur non regalandoci inquadrature trascendentali e immagini indimenticabili, è lodevole per la solida guida degli attori e per la mancanza di orpelli inutili.

Dopo l’anteprima all’ultimo Giffoni Film Festival “L’ultima volta che siamo stati bambini” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 12 ottobre 2023.

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