Song ‘e Napule: i neomelodici come non li abbiamo mai visti


Godibilissimo, ben scritto, divertente e in certi tratti sorprendente.

I romani Manetti Bros si cimentano a sceneggiare un soggetto scritto da un intraprendente Giampaolo Morelli (Lollo Love, già ispettore Coliandro con la premiata ditta di cui sopra) che vanta una fotografia (Francesca Amitrano) volutamente ipercromatica e una colonna sonora a firma di Pivio e Aldo De Scalzi grazie alla quale Franco Ricciardi (da sempre legato al mondo musicale neomelodico) vince il David di Donatello con il brano ” ‘A verità”.

La trama è veloce, non ci si annoia; molte esterne assai poco oleografiche ma riconoscibili a prima vista per chi in questa città ci vive. Il linguaggio di alcuni personaggi è un pò lontano dall’ accento che solitamente usiamo quando ci esprimiamo in lingua napoletana; ovviamente Paolo Sassanelli (commissario Cammarota) legge, rilegge e reinterpreta e il personaggio e il suo approccio linguistico, Serena Rossi (la sorella di Lollo Love) è allenatissima a prodursi in napoletano…restano il Morelli e Alessandro Roja (Paco, poliziotto raccomandato e imboscato, costretto a fare l’infiltrato a causa del suo diploma al Conservatorio) con un partenopeo edulcorato e potabile a livello nazional-popolare. Immenso, coerente e fedele a sè stesso, qualunque ruolo interpreti, invece, è Carlo Buccirosso (questore Vitale), verosimigliante metafora del Potere che si piega ad un potere più grande.

 

Il resto? E’ musica, quella di Lollo Love, personaggio con il quale gli sceneggiatori hanno mirato a smontare lo stereotipo del cantante neomelodico fortemente colluso con la camorra, senza la quale non si lavora e non si incidono dischi; Lollo Love gentile sempre con le fans, sfruttato dal suo impresario e capace di trasformarsi in un autista di volante alla stregua di quelli con tanto di patente ministeriale. Un giovane uomo che non scappa di fronte al Fantasma (Peppe Sorvillo, irriconoscibile ma con una vocazione attoriale decisamente da lettera maiuscola) ma, anzi, per affetto nei confronti di Pino-Paco o per amore di giustizia, si mette al servizio della Legge a sprezzo della sua stessa incolumità.

Un film che merita i premi che ha ricevuto; per quel che riguarda i “Magnifici 7”, cioè le sette pellicole che si vorrebbe portare all’attenzione del pubblico statunitense, in occasione dell’ambita statuetta dell’ Oscar, sarebbe giusto attendere di vederli tutti, questi piccoli capolavori del cinema Made in Italy.

Il film che dovrà rappresentare l’Italia alla prestigiosa manifestazione per il miglior lungometraggio in lingua non inglese dovrà essere selezionato tra:

Allacciate le cinture    Ozpetek

Anime Nere                     Munzi

Il capitale umano          Virzì

In grazia di Dio               Winspeare

Le meraviglie                  Rohrwacher

Sotto una buona stella Verdone.

Al pubblico sovrano il verdetto!

‘A verità

 

 

 

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