“Songbird”, trama e recensione


“Songbird” – Nel 2024 il virus che ci ha cambiato la vita esiste ancora mutazione dopo mutazione e si chiama Covid-23, è capace di uccidere in sole 24 ore e miete milioni di vittime. Siamo in una Los Angeles deserta, dove si vive o tappati in casa o reclusi in campi di quarantena a meno che non si sia tra i pochi immuni come Nico (KJ Apa), ex assistente legale ora alle prese con consegne di pacchi. La sua ragazza Sara (Sofia Carson) vive con sua nonna senza la possibilità di uscire e quando quest’ultima si ammala e muore la polizia arriverà per portarla in isolamento. Nico proverà ad evitare tutto questo recuperando un lasciapassare di immunità con l’ausilio del suo capo Lester (Craig Robinson).

“Songbird”, recensione

Un piccolo film vibrante prodotto da Michael Bay (che ha pure diretto diverse scene al posto del regista e sceneggiatore Adam Mason), claustrofobico anche nelle desertiche location in esterni e pieno di convulsa macchina a mano. Le vicende di Nico e Sara si intrecciano in maniera lineare ed efficace con quelle di alcuni personaggi di contorno interpretati tra gli altri da Demi Moore, Peter Stormare e Alexandra Daddario.

Semplice e immediata ovviamente l’identificazione delle speranze dei protagonisti con le nostre, relative al ritorno il prima possibile ad una vita normale. Non possiamo parlare in questo caso di pura distopia ma di un’opera che racconta in gran parte ciò che è già accaduto, spingendosi appena qualche anno più in là con sparuti risvolti esacerbati. “Songbird” è un film che riproduce e insegue la realtà, non che la anticipa. Per forza di cose vive quindi in larga parte di cliché e sul dramma della pandemia ad avere la meglio è l’urgenza di riacquistare la propria libertà con ogni mezzo, lecito o meno.

La pandemia, quindi, presa pari pari e utilizzata per fare intrattenimento potrebbe suscitare in più di qualcuno dubbi di natura etica. Altre particolari riflessioni purtroppo non ne emergono, se non riguardo alla meschinità del genere umano. In “Songbird” si salva chi ha i contatti giusti, chi va contro la legge; fa carriera chi si trasforma in un essere abietto. In quest’ultimo caso il capo del dipartimento di igiene Emmet Harland di Peter Stormare è senza ombra di dubbio il personaggio meno piatto e più degno di nota.

“Songbird” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 30 giugno 2021.

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