“Prima avevo solo nemici, ora ho degli amici”.
I Guardiani della Galassia forse è uno dei pochi film di fantascienza che vede il motto “l’unione fa la forza” sia dentro che fuori lo schermo. James Gunn, sceneggiatore di Scooby Doo e dell’Alba dei Morti Viventi e regista di Super, si può dire sia l’uomo giusto e non c’erano dubbi che fosse lui il creatore di una pellicola che lascia davvero lo spettatore con il sorriso sulle labbra, quasi a voler continuare a ridere dopo il the end.
Nati già dal 2008 su carta con vignette da fumetti, i cinque guardiani hanno il classico compito di salvare il pianeta, ormai preso di mira da Ronan: Peter Quill (un umano risucchiato nello spazio), il procione Rocket, una creatura dalle sembianze d’albero di nome Groot, la bella Gamora e il grosso Drax, assetato di vendetta. Tutti alla ricerca di una sfera capace, con la sua forza, di rendere invincibile chi la ottiene e di distruggere il pianeta qualora venga aperta.
Tema principale della pellicola è sicuramente il gioco di squadra; un’equipe composta da validi condottieri, ognuno con una caratteristica diversa capaci di salvare la galassia. L’unione si rispecchia già nella prima inquadratura del film, in quel “Aweson Mix” scritto a penna sulla compilation fatta in casa. E non solo perchè quel che funziona al meglio, nella space-opera di James Gunn, è il gruppo di amici, ma anche perchè all’interno del film vi sono riprese cinematografiche che identificano film di ogni genere (dal prison movie a Footloose) e testimoniano i gusti di chi ha dato la firma alla pellicola.
Mix di genere, drama, comic e avventura, un intero spettacolo di effetti speciali, e, infine, le ultime scene che creano il nucleo perfetto dell’intero film: l’albero Groot che dona la vita per proteggere i suoi amici. Questo ed altro al RomaFF9.