Storia di un matrimonio, trama e recensione


Un film in cui tanti si immedesimeranno, ridendo ed emozionandosi, con due protagonisti in grande spolvero. Questo è molto altro è “Storia di un matrimonio”, diretto da Noah Baumbach, proiettato in Italia alla Cineteca di Bologna prima di essere pubblicato su Netflix. Che tra l’altro ha recentemente salvato il Paris Theatre di New York  acquistandolo e lo ha riaperto proiettando proprio quest’opera.

Storia di un matrimonio

Storia di un matrimonio – Trama

Il regista teatrale Charlie Barber (Adam Driver) e l’attrice Nicole Barber (Scarlett Johansson) sono una coppia sposata con un figlio e sulla via del divorzio. Comincia a questo punto una lotta spietata, indirizzata da avvocati più o meno senza scrupoli. Charlie lavora prevalentemente in quel di New York mentre Nicole dopo essere stata una sua attrice è approdata nel mondo del piccolo schermo a Los Angeles, dove si trasferisce col figlioletto e da cui non si muove più nonostante avesse promesso di tornare. Assisteremo al graduale venir meno dell’umanità e del raziocinio, con i due che cominceranno a spendere fiumi di denaro per farsi giudicare e additare dai rispettivi legali. E dal delizioso appartamento di Brooklyn la narrazione si sposterà in luoghi notevolmente più asettici come il tribunale, gli uffici e la casa di Los Angeles

Storia di un matrimonio- Recensione

Non è la prima volta che Baumbach si occupa della tematica del divorzio: era già accaduto ne “Il calamaro e la balena” nel 2005, in cui il regista aveva messo molto del suo vissuto da adolescente. Questa volta invece scava convulsamente con la macchina a mano nei primi piani dei due coniugi in conflitto, con una tecnica già vista in film simili ma stringendo ancora di più sui volti. In particolare realizza una scena di straordinaria efficacia, cambiando continuamente piani e angolazioni della macchina da presa, dove Driver e la Johansson superano sé stessi in un litigio davvero intenso e toccante. Undici pagine di sceneggiatura, una settimana di prove e due giorni per girarla, non a caso. Altra scena da ricordare è senz’altro quella in cui Charlie Barber si racconta cantando “Being alive” con la voce rotta in gola.

In fin dei conti nonostante si facciano del male l’affetto che lega i protagonisti si intravede sempre e comunque, arrivando a instillare qualche dubbio sulla necessità reale della separazione. Le sequenze iniziali, con quegli elenchi di “Quello che amo di Nicole/Charlie” remano in questo senso e stridono ancora di più con la guerra alla quale assisteremo. Lo stesso Baumbach lo ha confermato in un’intervista: nonostante tutto l’amore tra Nicole e Charlie sopravvive e sopravviverà.

In “Storia di un matrimonio” c’è Ingmar Bergman (“Scene da un matrimonio”), c’è Woody Allen e c’è “Kramer contro Kramer” di Benton. Di conseguenza c’è anche un godibilissimo equilibrio di commedia e dramma, dove il divorzio in tribunale diventa metafora di quella messa in scena teatrale di cui vivono Nicole e Charlie. Con grande attenzione sono disegnati anche i personaggi  di contorno come i familiari, i legali e gli amici della coppia.  Tutto ciò in una storia e in un film sinceri, maturi, al di fuori di ogni retorica, che proprio per questi motivi arriveranno al cuore di molti spettatori.

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