<strong>“Sweet Girl” – Ray Cooper (Jason Momoa) non ha le risorse economiche necessarie per curare il cancro di sua moglie ma la speranza sembra riaccendersi grazie ad un farmaco sperimentale meno caro. Questo però viene ritirato dal mercato attraverso l’operato di un colosso farmaceutico concorrente. Quando sua moglie muore Ray intende farsi giustizia da solo, cacciandosi però in un intrigo più grande di lui e mettendo a repentaglio anche la vita di sua figlia Rachel (Isabela Merced).
“Sweet Girl”, recensione
Quello che sembra un semplice film alla Liam Neeson prova a smarcarsi da questo inflazionatissimo filone attraverso un plot twist finale che però risulta davvero implausibile. Eppure a livello stilistico il regista Brian Andew Mendoza (con un passato da produttore, qui all’esordio dietro la macchina da presa) prova a metterci il suo: macchina a mano, aggiustamenti e zoom insoliti per questo genere di lungometraggio ci portano dentro le azioni corpo a corpo ben girate e coreografate. La violenza è realistica e il punto di vista dal quale è ripresa mai banale. Anche a livello emozionale il risultato è apprezzabile ma il compito in questo caso era meno arduo grazie al dramma rappresentato.
Dicevamo, quindi, che la sceneggiatura firmata da Philip Eisner, Gregg Hurwitz e Will Staples è il vero tallone d’Achille di “Sweet Girl”, mentre il cast si rivela all’altezza della situazione. D’altronde la fisicità di Jason Momoa va davvero a nozze in un lungometraggio del genere e anche quando il suo Ray si lascia andare alla disperazione l’attore di origini hawaiane non demerita mai. La sua presenza in catalogo tra gli originals rappresenta l’ennesima medaglia che Netflix può appuntarsi in petto e mostrare fieramente al mondo. La stessa Isabela Merced convince mediante un’interpretazione solida e accorata, tra l’altro con un’ottima intesa col protagonista.
La tematica di grande attualità presente è l’influenza delle Big Pharma sulle nostre vite e sulle nostre morti ma viene soltanto sfiorata in nome del divertimento action. Lo stesso può dirsi del rapporto padre-figlia, certamente non approfondito in maniera particolare. Tutto sommato i 110 minuti di durata scorrono ad ogni modo senza particolari intoppi, fatta eccezione per il già citato colpo di scena che lascia più perplessi che altro.
“Sweet Girl” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 20 agosto 2021.