Stephanie Patrick (Blake Lively) ha perso la sua famiglia in un attentato terroristico fatto passare per un incidente aereo. Dopo tre anni si droga e si prostituisce in quel di Londra fin quando il giornalista Keith Proctor (Raza Jaffrey) poco prima di essere assassinato gli spiega come ha perso davvero i suoi cari. A questo punto Stephanie viene addestrata dalla fonte del giornalista, Iain Boyd (Jude Law), per essere pronta ad uccidere tutti i colpevoli della morte dei suoi familiari.
The Rhythm Section, recensione
In questo film tratto dall’omonimo romanzo di Mark Burnell, che firma la sceneggiatura, molto gira attorno al dolore e al trauma subito dalla protagonista e per questo motivo nella prima mezz’ora assistiamo a tanto silenzio e a pochissimi dialoghi. Un ritmo compassato che cambia (ma nemmeno poi tanto) con l’addestramento di Stephanie, ad opera di un sempre magnetico Jude Law che le insegna come controllare la sua sezione ritmica e cioè il cuore che corrisponde alla batteria e il respiro al basso. Blake Lively assomiglia ad una Nikita dei giorni nostri sfigurata dalla sete di vendetta e durante la lavorazione ha subito anche un serio infortunio alla mano, che ha causato la sospensione delle riprese. Ben congegnate le scene d’azione dalla regista Reed Morano (“The Handmaid’s Tale”), con un notevole piano sequenza ripreso dal sedile passeggero tra speronamenti e movimenti a schiaffo.
I produttori, Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, sono quelli di James Bond a partire da “GoldenEye” del 1995 ma in questa occasione cambiano decisamente registro. All’azione e allo spionaggio ci si arriva dopo troppo e per troppo poco tempo: il resto desta un relativo interesse e causa un mix di generi non digeribile da ogni tipologia di spettatore. C’è stato evidentemente qualche errore di calcolo nella trasposizione dal libro al lungometraggio, che inibisce l’empatia e l’intrattenimento coinvolgente. Nonostante il finale aperto difficilmente pensiamo si possa realizzare un sequel e questo non può che lasciare l’amaro in bocca per una produzione da cui ci si aspettavano ben altri risultati. Ed una “sezione ritmica” decisamente migliore.
“The Rhythm Section”, uscito negli Stati Uniti d’America in gennaio senza successo al botteghino, è disponibile in streaming on demand per gli abbonati di Prime Video dal 23 luglio 2020.
(Foto pubbliche dai social)