Dopo la Mostra del Cinema di Venezia, presentato il corto al Circolo Nautico Posillipo. Alex Belli si racconta.
Durante la presentazione del corto contro la violenza sulle donne “Ciao Nina“, Alex Belli si è reso disponibile ad alcune domande.
Alex Belli, lo ricordiamo soprattutto per la partecipazione alla soap CentoVetrine nel ruolo dell’affascinante imprenditore Jacopo Castelli.
Com’è stato interpretare la parte del carnefice?
Il bello di fare questo mestiere, di fare l’attore è quello di poter impersonificare ruoli molto lontani dalla propria vita e realtà. Soprattutto in questi progetti ampi a sensibilizzare le persone e il pubblico è bello fare un qualcosa che vada a toccare quelle corde e quei tasti che permettono di far uscire fuori quelle emozioni che abbiamo già dentro di noi, che magari abbiamo vissuto nella nostra vita. Per me fare questo e rivedere la versione in sala è la più grande soddisfazione che un attore possa avere.
Il tuo rapporto con l’attrice Maria Guerriero è cambiato dopo il corto? Come avete vissuto questa esperienza?
Sicuramente fare scene così forti con un’attrice ti avvicina fisicamente. Il lavoro dell’attore è particolarissimo perché tu riesci a fare queste scene che sono drammatiche, violente, sanguinarie e poi uscire dal set e veder tornare tutto come prima, la magia è questa. Non somatizzare questa cosa, ma di viverla solo all’interno del set.
Un consiglio che vuoi dare ai giovani? Come affrontare queste situazioni?
Sai il problema che noi abbiamo, soprattutto nell’età adolescenziale è della vergogna è del silenzio, di non avere il coraggio di parlare con le persone che ti sono vicino. Anche io personalmente quando ero adolescente ero molto restìo a parlare con i genitori. E’ come se ti sentissi già grande e in grado di risolvere le situazioni da solo. Nel caso delle ragazze, invece, hanno particolarmente bisogno della figura paterna, della figura materna, che possano monitorare e in certi casi risolvere queste cose molto più semplicemente.
Ai ragazzi che voglio intraprendere la strada del teatro, o del cinema, che si sentono impacciati, timidi anche nei confronti di scene di questo genere, cosa consigli?
Non so mai cosa dire. Anche io ero timido, ho superato anche questo. I più grandi artisti nascono da delle problematiche, noi siamo dei complessati. Io sono un complessato. Popolo di complessati unitevi, esprimetevi. Nei vostri complessi tirate fuori l’arte, le vostre cose. Adesso dirò una cosa che se la dovesse sentire il mio professore di recitazione m’ammazza. L’attore effettivamente ha dei problemi, nasce da dei problemi. La maggior parte delle volte, i bravi attori hanno avuto delle vite completamente disastrate. Da lì peschiamo e andiamo a mettere su un teatro, su un palcoscenico, davanti a un pubblico. Consigli non ne ho. Li dà il professore, io non lo sono. Semplicemente sono un teatrante, sono un mestierante. Sono un’artista pazzo, folle, anarchico. Esco fuori dagli schemi e la maggior parte delle volte la divisione generalista mi vuole inscatolare. Lo faccio molto volentieri perché devo lavorare ma quella è una parte. E’ la punta dell’iceberg di quello che può essere Alex Belli. Che parla in terza persona ed è fuori di testa. Scherzi a parte: seguite il vostro istinto e la vostra anima.